Il tempo di Amelia

Per quanto tempo si può avvertire l’assenza di qualcuno che ha incrociato la tua storia e ti ha accompagnato per tanto tempo nel viaggio della vita ?
Ripenso ad Amelia, non per ricordare che sono passati due anni dalla sua scomparsa, ma per rileggere alla luce di quanto è avvenuto in questi tempi così difficili la nostra amicizia e il nostro cammino unitalsiano.
Non sono di quelli che hanno conosciuto Amelia in foto o per i tanti ruoli di servizio da lei vissuti nella associazione; ho vissuto con Amelia tanti anni di cammino, tanti anni di sue attenzioni, di consigli e dolori, di grandi gioie, grandi sofferenze e forti preoccupazioni; risento sempre la sua risata così particolare e me la rivedo spesso a fianco, dentro la nuvola onnipresente del fumo delle nostre sigarette, a parlare di vita e di ammalati, di volontari e di piccole e grandi cose nostre, di associazione e di amicizie vissute sul serio e a volte anche perse sul serio, come capita nella nostra vita e nella nostra storia associativa.
Ripenso anche al suo compito straordinario che all’interno del consiglio direttivo e della assemblea nazionale ha donato a tutti noi e all’Unitalsi: creare percorsi di amicizia, prodigarsi perché ci fosse unità sempre, perché l’associazione fosse una famiglia concreta, dove ciascuno potesse sentirsi a casa ma soprattutto potesse sentire che questa casa doveva essere rispettata, amata, difesa, con la preoccupazione e l’attenzione sempre presente per i sofferenti e i soli e la gioia sorridente per le famiglie e i bambini soprattutto in difficoltà.

In questi tempi in cui davvero il “pensiero unico” corre il rischio di essere il pensiero dominante dei sospettosi, di chi corre ad appropriarsi di ogni memoria e di ogni storia per farne possesso personale, Amelia e la sua vita continuano a ricordarmi che non importa arrivare prima o arrivare primi, importa arrivare in tempo per un sogno di felicità; che ciò che davvero conta è fare della fede un’opera per costruire comunione; che la nostra associazione ha avuto in lei un testimone straordinario di fedeltà, a cui continuare a guardare fiduciosi sempre -come lo era lei- del fatto che La Vergine non può abbandonarci.
E per continuare a pensare che è vero che ho e abbiamo in lei una amica vera in cielo, ma che avrei tanto voluto averla ancora qui, con me, con noi, con l’associazione…nella solita nuvola di fumo, che certo non era nebbia nel suo cuore buono.

Antonio Diella