Coronavirus, accanto agli ammalati: “Tu per me sei importante”

Anche se i pellegrinaggi sono sospesi a causa della pandemia di Covid-19, i volontari dell’Unitalsi continuano ad essere una presenza importante per le persone ammalate. L’intervista rilasciata a Vatican News dal Presidente nazionale, Antonio Diella.


Li abbiamo imparati a conoscere attraverso il servizio reso sempre con il sorriso. Barellieri, volontari, animatori di ogni età. Donne ed uomini desiderosi di donare parte del proprio tempo a chi è meno fortunato di loro, accompagnandoli in pellegrinaggio, vivendo attimi di gioia, frammenti di umanità. L’Unitalsi, acronimo di Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali, mostra il suo volto a chi ne ha bisogno anche ora che i pellegrinaggi sono sospesi. A chiudere, tra gli altri, è stato anche il santuario di Lourdes. Eppure il servizio può essere svolto in altro modo, perché è nei momenti di maggiore difficoltà che il sollievo arriva anche dalle piccole cose.

Il rapporto non cambia
“Il nostro rapporto con queste persone è basato sulla confidenza, da sempre e per sempre”. Lo afferma nell’intervista a VaticanNews il presidente di Unitalsi, Antonio Diella. “Sia attraverso le classiche chiamate o videotelefonate, sia andando a trovarli, noi stiamo facendo insieme a loro un cammino. Non si tratta – spiega – di ottemperare solo ad un servizio, ma di trascorrere assieme del tempo. Di dire a queste persone che per noi sono importanti”. Oggi come nel recente passato.

“Facciamo tante piccole, grandi cose”
“Dobbiamo continuare a fare sentire a queste persone, da molto tempo a contatto con la fragilità, la loro importanza per il resto del mondo. Per tante di loro – spiega Diella – il resto del mondo non è una esperienza astratta, ma consiste nei volti. Il resto del mondo sono i rapporti”. In concreto come si riesce a rispondere a questo bisogno? “Facendo – risponde – tante piccole, grandi cose. La spesa, una telefonata, andando in farmacia. Dicendosi le cose, ascoltandosi a vicenda. Questo sta accadendo adesso, ad ogni ora”.

Dobbiamo avere tutti cura degli altri
La pandemia mostra la fragilità dell’essere umano a tutti e ciascuno, anche a coloro i quali non l’avevano forse mai sperimentata. “Siamo tutti fragili, prima era una condizione dettata dalla situazione personale, adesso è condivisa ed avviene – afferma il presidente di Unitalsi – al di fuori di noi, facendoci comprendere che quel senso di onnipotenza che spesso abbiamo avuto era sbagliato”. “Tutte le indicazioni di sicurezza che ci sono state date – aggiunge – sono sì personali, ma riguardano il rapporto con gli altri, la cura del prossimo. Anche di chi non conosciamo”. La fragilità va affrontata insieme, perché riguarda tutti. “Stiamo imparando – dice ancora Diella – che i rapporti sono fatti di carne e sangue, se oggi la vicinanza ci manca vuol dire che è importante”.

L’importanza della preghiera
In un momento di emergenza qual è quello della pandemia di Covid-19, anche l’Unitalsi invita tutti ad unirsi alla preghiera promossa dalla Conferenza Episcopale Italiana per giovedì 19 marzo, alle ore 21. Le famiglie, gli ammalati, i volontari sono invitati a recitare il Rosario simbolicamente uniti alla stessa ora, esponendo anche una fiaccola alle finestre delle case. “La preghiera in questo momento è diventato il collante di speranza che ci tiene tutti insieme, come associazione e come popolo di Dio. Attraverso la preghiera – afferma Diella – riscopriamo la compagnia vera, sia quella tra di noi che la compagnia con il Signore della Vita.

Andrea De AngelisVaticanNews Leggi l’articolo