Iscritta al Dipartimento nel 2004, l’Associazione in 15 anni ha coinvolto più di 1200 volontari in eventi ed emergenze che hanno colpito il nostro paese, a partire dal 2009 a L’Aquila fino al recente sisma nel Centro Italia
Si è svolto a Caltanissetta, il 6 e 7 aprile 2019 l’ultimo incontro della terza parte del Progetto di formazione e esercitazione del settore Protezione Civile dell’Unitalsi. Un’esperienza che ha visto coinvolti più di 500 volontari e che terminerà a fine luglio con le esercitazioni per le squadre logistiche. L’incontro si è aperto con un commuovente ricordo del Terremoto dell’Aquila e insieme, formatori e volontari, hanno rivissuto gli inizi dell’esperienza dell’Associazione in Protezione Civile e si sono stretti in preghiera pensando alle vittime e ai loro famigliari.Da luglio 2018 a aprile 2019 i volontari della nostra associazione che hanno deciso di aderire al settore della Protezione Civile hanno avuto la possibilità di migliorare la loro preparazione tecnico cognitiva ed operativa nei particolari contesti emergenziali di protezione civile, riprendendo il cammino formativo interrotto nel 2016 e ripartendo dalle nozioni minime previste dal Dipartimento per il corso base di formazione dei volontari di protezione civile. Il corso ha previsto lezioni frontali in aula e il coinvolgimento attivo dei volontari attraverso le esercitazioni pratiche di montaggio e smontaggio delle tende e dei gazebo in dotazione all’associazione.
L’Unitalsi è iscritta nel Registro Nazionale delle Associazioni di Protezione Civile da dicembre 2004. Sono più di 1200 i volontari unitalsiani che hanno prestato il loro servizio per i grandi eventi e nelle diverse situazioni emergenziali che si sono verificate in questi 15 anni, dal terremoto del 2009 in Abruzzo a quello del 2012 in Emilia Romagna fino all’ultima emergenza del 2016 nel Centro Italia. Le lezioni in aula hanno ripercorso le tappe di questa collaborazione tra la nostra associazione e la protezione civile sottolineando, ancora una volta, come l’inserimento dell’Unitalsi tra le organizzazioni della Consulta nazionale del volontariato nacque riconoscendo nel carisma di prossimità e vicinanza alle persone in difficoltà che contraddistingue i nostri volontari, la capacità di colmare un vuoto allora esistente. I volontari dell’Unitalsi in emergenza sono chiamati a svolgere il proprio servizio nei campi o nelle strutture di accoglienza, il servizio tipico che caratterizza i nostri pellegrinaggi e le nostre attività quotidiane sui territori: stare accanto, anche solo in silenzio tenendo la mano, ascoltare se richiesto, assistere chi ha bisogno, accompagnare e intrattenere cercando di regalare sorrisi anche nei momenti più difficili.
La formazione ha inteso, però, sottolineare come la specificità dell’intervento legato ad un evento calamitoso richieda una preparazione particolare. Diversi formatori e tutti unitalsiani, infatti, si sono succeduti toccando svariati argomenti: la struttura del settore Unitalsi protezione civile (dal responsabile nazionale fino ai responsabili di sottosezione) come prevista dalla Carta dei Servizi e come aderire allo stesso, l’organizzazione del Servizio nazionale della Protezione Civile e i compiti dell’Unitalsi, le metodologie per interagire con gli altri soggetti chiamati ad intervenire in emergenza (i funzionari del Dipartimento della protezione civile, le altre organizzazioni di volontariato, le strutture locali di gestione delle emergenze, ecc. ecc.), la nuova normativa che disciplina il Servizio nazionale della protezione civile, le nozioni base di sicurezza, di primo soccorso e di sorveglianza sanitaria che un volontario è tenuto a conoscere in ogni situazione, la dotazione di mezzi e attrezzature in capo ad ogni macroarea e la gestione del rischio nelle diverse emergenze.
I partecipanti al corso hanno prestato particolare attenzione a due interventi riguardanti l’accompagnamento psicologico delle vittime e dei volontari durante il servizio frontale delle emergenze e il lavoro di squadra, interventi che hanno toccato tematiche e problematiche che il volontario unitalsiano vive tutte le volte in cui si trova a relazionarsi con gli altri, sui campi di emergenza come in pellegrinaggio, nell’organizzazione di un evento di sottosezione come nell’affrontare una situazione delicata durante un terremoto.
“Obiettivo del corso – ha dichiarato Cosimo Cilli, responsabile nazionale – è stato quello di ridefinire il senso dell’appartenenza a questo settore che non è altro che il senso dell’appartenenza all’Unitalsi: il volontario unitalsiano da sempre mette il proprio cuore, il proprio tempo e le proprie capacità a disposizione dei bisogni delle persone che a lui si rivolgono, in modo spontaneo, gratuito e con il solo fine della carità, mosso dalla passione e dall’impegno per l’associazione. Il senso del nostro servire in protezione civile è questo. Siamo molto soddisfatti di come il settore ha risposto a questa formazione: avevamo la necessità di contarci, di guardarci in faccia e ripartire con grande slancio. Un ringraziamento speciale a tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita di questo progetto: i professionisti formatori che hanno portato in aula e durante l’esercitazione la loro esperienza di unitalsiani, lo staff del settore Unitalsi Protezione Civile, i referenti delle Macroaree e le loro segreterie che con me hanno voluto questi appuntamenti, le sezioni e le sottosezioni che ci hanno accolto nei nostri incontri in giro per l’Italia e tutti i volontari che con entusiasmo si sono confrontati mostrando il volto di un’associazione che vuole crescere e che dal nor al sud, isole comprese, mostra lo stesso cuore”.
Pubblicato il 15 Aprile 2019