Il più grande progetto dell’UNITALSI è, e rimane, il PELLEGRINAGGIO, sempre più esperienza di condivisione, di fede e di crescita, insostituibile e primaria vocazione dell’Associazione, indicata come “via della nuova evangelizzazione”, come “via da valorizzare per aiutare l’uomo contemporaneo, specie il malato, non solo quello del corpo, a rientrare in se stesso, a riflettere sul proprio destino, ad accostarsi a Dio, mediante la mediazione di Cristo e l’intercessione della Vergine Maria e dei Santi” (S.E. Mons. Mariano De Nicolò).
«Il pellegrinaggio… il gioioso cammino verso la felicità»
Ogni anno all’inizio dei pellegrinaggi si comincia a sentire, con struggente profondità, il richiamo a riprendere il cammino verso i Santuari cari alla storia unitalsiana: Lourdes, Loreto, Fatima, San Giovanni Rotondo, Pompei, Banneux, Terra Santa… nomi familiari che appartengono e ai quali sentono di appartenere gli unitalsiani.
Questa è l’esperienza dei pellegrinaggi unitalsiani: andare verso questa appartenenza; sentire di appartenere a Qualcuno e farlo insieme a chi soffre, a chi ha il desiderio di cambiare la propria vita, a chi vuole rendersi disponibile per un’esperienza di condivisione, a chi è alla ricerca.
I Santuari sono il luogo in cui questo camminare insieme si fa stupore e concretezza, tenerezza e fatica, domanda di senso e risposta provocatoria, abbandono e sollecitazione, vertigine e tranquillità, dolore e felicità.
In questi nostri tempi difficili si ha il bisogno di sorreggersi a vicenda per muovere insieme i passi timidi ma sicuri verso un nuovo destino, verso una umanità dove chi è in difficoltà non viene guardato come un fallito da allontanare o, al contrario, un perdente da sommergere di melensa elemosina, ma una persona che ha potenzialità e bellezza da riscoprire anche con l’aiuto unitalsiano.
Per questo i pellegrinaggi unitalsiani sono davvero il paradigma della storia nuova che vorremmo costruire: i poveri e chi soffre non sono gli spettatori di una corsa religiosa “usa e getta” verso il Santuario, ma sono i compagni di viaggio del nostro oggi e del nostro sempre nella vita come nel pellegrinaggio verso il Santuario, verso Dio.
“Noi siamo quello che siamo: una esperienza di comunione con chi soffre, con chi è alla ricerca, con i piccoli, con chi non si stanca di camminare cercando Qualcuno che tranquillizzi il nostro cuore. Noi siamo “gente strana”: abbiamo bisogno di amare per capire Chi è l’amore. Abbiamo bisogno di essere pellegrini per capire Chi è il Santuario. Abbiamo bisogno di Dio e siamo felici di averLo incontrato.
A Lourdes, Loreto, Fatima, Banneux, San Giovanni Rotondo, Gerusalemme, Pompei…
come a casa dei poveri, di chi soffre, di chi è solo”.