Dal 1 al 7 settembre si è svolto ilpellegrinaggio Unitalsi regionalea Lourdes, 710 pellegrini da cinque sottosezioni: Adria Rovigo, Belluno, Chioggia, Aziendali Venezia e Treviso, accompagnate dai rispettivi Vescovi e dal Patriarca
È stata un inedita esperienza di Chiesa che ci ha fatto scoprire la bellezza dell essere in cammino, senzaprevaricazioni o protagonismi, ma con un unico obiettivo: quello di andare alla Grotta dove è apparsa la Madonna per pregare. E lapreghiera si è fatta ringraziamento per più disessanta giovani che hanno fatto servizio agliammalati, senza essere mai stanchie regalandoatutti la loro gioiae il loro sorriso. Oltre al servizio si sono trovati per riflettere sulla particolare esperienza che stavanovivendo. Per le persone in difficoltà, i nostri amici della prima fila, i giovani sono stati motivo di gioia e di divertimento con le loro risatecontagiose. Abbiamo anche ricordato glianniversari di matrimonio di alcune coppie ei 45 anni di sacerdozio di don Silvio Baccaroe di don Bernardo Conforto. Tra i giovani presentianche due della diocesi di Adria Rovigo: Lorenzo Carrozzini e Pierfrancesco Francato.
La testimonianza di Carrozzini. «Quando sono partito non sapevo davvero come sarebbe stato questo pellegrinaggio con l’Unitalsi. La mia preoccupazione più grande, oltrea non sapere minimamente qualisarebbero stati i miei compiti di servizio come volontario, era la paura di trovarmi da solo e non sentirmi a mio agio, visto che della mia età che partiva da Rovigo non c’era nessun’altro se non un ragazzo che comunque ha sette anni più di me. Per fortuna invece le mie paure si sono dimostrate prive difondamento, e anzi mi sono trovato ad essereaccolto da un gruppo meraviglioso di persone che sin dal primo momento sono tili e disponibili con me». «L’atmosfera del viaggio – ha proseguito il giovane – si è trasformata presto davvero inquella di una famiglia accogliente, ed è credoquesta la cosa più bella che mi riporto a casa da questa esperienza, in cui normodotato o disabile, ansiano, adulto e giovane sono sullostesso pianoe trattati ugualmente in modomeraviglioso.
Non nascondo che il viaggio intrenoè stato davvero faticosoe probabilmenteanche la parte del servizio più impegnativo essendoci sempre qualche impegno da portare a termine tra lo scarico e il carico dei bagagli e la distribuzione dei pasti». «Tuttavia, nonostante i disagi creati dalvivere per un po di ore in tanti in spazi molto piccoli, sei persone per scomparto, proprio questa esperienza è stata significativa perunire il gruppo con cui avremmo vissuto cessivi giorni a Lourdes. I giorni nella città francese sono trascorsi davvero bene e tra le tante cose da fare non c è stato davvero modo di annoiarsi». «Oltre al servizio agli ammalati, cheprevalentemente per me riguardava il trasporto delle carrozzine, il racconto non cati i momenti personali per godereappieno dei luoghi in cui ci trovavamo oltre che attività appositamente studiate per tutti i giovani presenti nel pellegrinaggio. Tra imomenti vissuti i più toccanti per me sonostati sicuramente la processione “aux flambeaux” dove di sera tutte le personepresenti, con una candela in mano, hanno fatto una breve processionee recitato il rosario per poi ritrovarsi tutti assieme davanti allachiesa di Lourdes per cantare l’Ave Maria.
È sempre molto emozionante vedere quantepersone si radunino per lodare la Madonna in questo luogo fuori dal tempo». Carrozzini ha poi continuato rivelando altriricordi importanti: «L altro momentosignificativo è stata la processione eucaristica, che per motivi di pioggia abbiamo fatto nella chiesa sotterranea di San Pio X: questa chiesaimponente ha accolto tantissime persone che sisono inginocchiate davanti al SantissimoSacramento, una adorazione fatta in questo modo mi ha davvero commossoe ho potutosentirmi vicino a Dio del Santissimo Sacramento come poche altre volte mi era capitato.
A livello di fede se devo riassumere questopellegrinaggio non posso certo dire di aver assistito a eventi soprannaturali, miracoli straordinari di guarigione dentro di meo al di fuori. Tuttavia quello che questo viaggio mi ha lasciato nel cuore è stata una grande pace». La conclusione: «A Lourdes sembravadavvero quasi di essere in paradiso, sia perl assurdità delle logiche del mondo invertite(ammalati assistiti il più possibile e nonabbandonati, presenza in numero assolutamente piùalta del normale di consacrati, ecc.) che proprio per l aria respirata. Davanti alla grotta, pregando, ho davvero trovato pace e mi sonosentito vicino alla Vergine Maria decidendo un po di seguire quello che faceva Bernadette alla grotta durante le sue apparizioni: rimanere a guardare Maria e essere guardato da Lei».
di Mara Moretto – Avvenire Edizione La Settimana
Pubblicato il 17 Settembre 2024