Una vita intera da dama dell’Unitalsi: “Accudire gli altri non era un sacrificio”

Elena Cangi, oggi ha ottant’anni: il suo primo viaggio a Lourdes quando ne aveva poco più di venti

“Mi hanno detto che sono stata la prima dama dell’Unitalsi a “Campi Bisenzio”: inizia così il racconto di Elena Cangi, una signora oggi ottantenne residente a Campi che per tanti anni ha accompagnato persone con disabilità, malati e anziani nei pellegrinaggi al Santuario di Lourdes e ha donato loro assistenza e conforto.

«Ho iniziato nei primi anni sessanta del secolo scorso – spiega Elena -andando in pellegrinaggio al Santuario di Loreto con l’Unitalsi di Prato. Quando avevo poco più di vent anni ho fatto il primo pellegrinaggio a Lourdes nel ruolo di dama cioè come volontaria che si prendeva cura dei pellegrini non autosufficienti e ho continuato per alcuni anni fino a quando ho trovato lavoro». Per un ventennio circa Elena non è più andata in pellegrinaggio a Lourdes ma appena ha smesso di lavorare, verso i cinquant anni, ha ricominciato subito, inizialmente come semplice pellegrina e dopo di nuovo come dama. «All’epoca il pellegrinaggio veniva fatto in treno -continua -ed era un viaggio molto lungo ma io non me ne accorgevo nemmeno, non sentivo la stanchezza anzi mi sembrava di volare. Noi dame dovevamo assistere i pellegrini che ci venivano affidati, sia di giorno che di notte, in treno e a Lourdes. Dovevamo essere infermiere e accompagnatrici, dare le medicine a chi ne aveva bisogno, vestire chi non ce la faceva da solo, aiutare a mangiare chi non era capace di farlo, aiutare queste persone nei loro bisogni fisici e, a volte, anche affettivi, accompagnarle alla Messa o a fare una passeggiata, metterle a letto e, secondo il turno, stare con loro anche la notte. La prima volta è stato un po difficile perché non avevo esperienza e non ero stata preparata a far fronte a certe evenienze ma in seguito tutto è diventato più facile». Elena ha continuato a fare questo servizio fino a settant’anni inoltrati e le è dispiaciuto molto smettere perché, come lei stessa precisa, «non sentivo sacrificio ad accudire chi mi veniva affidato anzi lo facevo con tanto amore».

Per Elena era una forma di carità e donava volentieri un po del suo tempo a chi aveva bisogno sapendo di farlo felice. «Di solito io partecipavo al pellegrinaggio del mese di giugno – sottolinea ma una volta sono andata a Lourdes a settembre per stare insieme a mio fratello Pietro. Era stato nominato responsabile dei medici Unitalsi della Toscana ma, purtroppo, è morto prematuramente». «Come tutti i volontari dell Unitalsi, dame e barellieri, per andare in pellegrinaggio a Lourdes pagavo il viaggio, l’alloggio e il cibo – continua a raccontare Elena – perché una parte delle nostre spese andava ad aiutare i pellegrini malati che non avevano disponibilità economica. Ho comprato le divise, quella bianca, con il velo e il frontino, che dovevo indossare quando ero a Lourdes, e quella celeste che dovevo tenere durante il viaggio in treno. Le ho ancora tutte e due e le conservo con cura ma se dovessero servire le dono volentieri perché essere una dama dell’Unitalsi vuol dire fare un servizio molto importante, vuol dire dedicarsi con amore a chi ha veramente bisogno non solo di assistenza e di attenzioni ma anche di un sorriso e di una carezza».

Alessandro Azzarri, L’Osservatore Toscano


Pubblicato il 9 Maggio 2025