I pellegrinaggi annuali alla Grotta, l’impegno di “ Arianna” in città, l’animazione dei Grest
Due storie di volontariato. Due facce della stessa medaglia: Unitalsi e Anspi, due modi di mettersi al servizio degli altri. Patrizia Lambruschi, presidente della sottosezione Unitalsi di Parma ha scelto di entrarvi «dopo un viaggio a Lourdes. Mi sono detta – racconta –: mi metto al servizio degli altri e parto. Avevo voglia di farlo e mi piaceva l’idea di andare e di mettermi a disposizione. Era il 2008 e da quell’anno, ogni anno, è un altro viaggio». Viaggi che continuano anche a Parma: «Qui in città, da un intuizione che abbiamo avuto sotto la grotta di Lourdes, è nato il servizio di accompagnamento Arianna, attivo tutti i giorni dalle 7 del mattino fino a mezzanotte, con i volontari che ruotano su tre turni e accompagniamo chi ha bisogno». Un servizio completamente gratuito: per attivarlo viene richiesto unicamente il tesseramento all associazione.
A proposito della presenza dei giovani, «ne abbiamo pochi, e quei pochi che abbiamo si rendono disponibili per coprire i turni serali del servizio Arianna.Probabilmente la tipologia di servizio che offre Unitalsi – l’accompagnamento – è per loro poco attrattiva. Invece partecipano più volentieri a servizi di soccorso o di protezione civile». «Mi piacerebbe dire ai giovani, ma anche ai giovani pensionati, di avvicinarsi alle nostre realtà di volontariato perché è bello tendere la mano all altro e dedicare un ora alla settimana al ché è un esperienza che arricchisce e cambia». Chi da sempre opera coi giovani è l’Anspi – Associazione nazionale San Paolo Italia – che nasce nel post concilio da un intuizione di monsignor Battista Belloli e da sempre si occupa di oratori e di circoli giovanili. «Dal 1966 – spiega Umberto Bianchi, presidente della sezione di Parma – sempre lavorando sui giovani e sui ragazzi, Anspi ha prodotto una gran mole di lavoro, tutto sul fronte del tempo libero attraverso varie attività sociali, culturali e ricreative. Questo è stato lo scopo primario anche se, ovviamente, con il tempo le attività proposte dai nostri circoli si sono trasformate, perché sono cambiati i tempi e sono cambiati i ragazzi». Cambiano i tempi ma non le finalità. «Spesso – continua – sento dire che occorre “intercettare” i giovani con nuove proposte.Personalmente ritengo che ne giusto sia “stare” coi giovani, perché nel volontariato noi stessi impariamo da loro e loro imparano da noi. È uno scambio intergenerazionale che genera senso di comunità, e nei ragazzi quell’ideale della gratuità che va contro la tendenza tipicamente individualistica del do ut des». Una storia dalle radici profonde che hanno attecchito anche a Parma. «Attualmente abbiamo attive una quarantina di realtà –suddivise fra grandi e piccole parrocchie – in molte delle quali si fanno attività esclusivamente dedicate ai giovani mentre in altre sono presenti attività più tradizionali, rivolte a chi giovane non è più». Circoli che rimangono comunque luoghi vocati allo stare insieme, nel quale formarsi al volontariato e al prendersi cura dell’altro. «In questo momento in provincia circa un migliaio di ragazzi svolgono il servizio di “giovani animatori” – fascia d età delle scuole superiori –. Ogni mattina alle 7 sono davanti ai nostri circoli per accogliere i bambini che partecipano ai centri estivi. Si spendono gratuitamente e stando con loro tutto il giorno trasmettono la stessa idea di gratuità».
A sinistra, il pulmino del servizio Arianna, di Unitalsi, che accompagna persone anziane e con disabilità. A destra «Siamo volontariato»: l’iniziativa itinerante di Fondazione Cariparma e Csv Emilia si è conclusa nel giardino della Rocca di Sala Baganza. Coinvolte 30 realtà del Terzo settore
di Luca Campana – Avvenire, Vita Nuova
Pubblicato il 1 Luglio 2024