Celebrato con sobrietà e prudenza l’anniversario
Lo scorso 30 agosto, in occasione del 67mo anniversario dalla Lacrimazione della Madonna di Siracusa, sul sagrato della Cripta della città ha avuto luogo la prima celebrazione solenne del triduo di preparazione alla festa il cui culmine avverrà il prossimo primo settembre.
La celebrazione è stata presieduta da S.E. Mons. Rosario Gisana, Vescovo di Piazza Armerina. Celebrazione alla quale hanno preso parte le diverse associazioni che operano al servizio degli ammalati, tra cui l’Unitalsi, che ha un legame forte con questo santuario dove, ogni anno ha luogo il pellegrinaggio di sezione. All’incontro presenti le rappresentanze delle sottosezioni dell’Unitalsi di Siracusa, Lentini, Piazza Armerina ed Enna; l’associazione dei sordomuti, il movimento apostolico ciechi.

In questi giorni, spiega Don Salvatore, siamo chiamati a contemplare il quadretto della Madonna e chiederle di fare comprendere quale sia il suo messaggio con le sue lacrime di tenerezza, lacrime che manifestano la misericordia di Dio e l’vicinanza ai suoi figli e a Lei bisogna affidarsi conclude don Salvatore. Mons. Rosario Gisana ha poi manifestato la sua devozione alla Madonna della Lacrime, raccontando che quando si trovava a Noto per svolgere il suo ministero, molte volte si recava nel Santuario di Siracusa dove si accostava al sacramento della confessione e per questo motivo presiedere la messa d’inizio del triduo di preparazione in cui viene onorata la discepola di Gesù per eccellenza, Maria, ha assunto un significato particolare per il vescovo Armerino, il quale, rivolgendosi ai volontari, ha chiesto di essere loro i consolatori degli ammalati così come lo è stata Maria, consolatrice degli afflitti. Maria, spiega ancora Sua eccellenza il vescovo, assume un doppio ruolo, nella storia della salvezza, quello di Madre-figlia di Dio e quello di discepola del suo stesso Padre-figlio. Nel rivolgere il suo saluto ai presenti e soprattutto agli ammalati il vescovo Armerino fa sue le parole di Don Salvatore; “Voi ammalati che portate la passione di Gesù e mentre vi conformate a lui con il vostro dolore ci ricordate che noi siamo chiamati a fare ciò”.

Nel prendere spunto di ciò, Mons. Rosario Gisana, si è soffermato sul fatto che Maria è la consolatrice degli afflitti, titolo che ritroviamo nelle giaculatorie delle litanie che è legata a una gestualità legata al nostro modo di vivere, alle nostre relazioni. Molto spesso basterebbe un’attenzione semplice, cordiale nei confronti delle persone che soffrono, un sorriso, un abbraccio oppure uno sguardo attento per poter comunicare la consolazione del Signore, basta veramente poco per rendere una persona felice, la sua stessa presenza è, per chi crede motivo di felicità, così come avvenne in Maria quando, a pochi giorni dal parto incontra Elisabetta sua cugina. Questo incontro è stato, un’esplosione di felicità. La felicità dell’altro è anche il motivo per il quale noi esistiamo che dà senso della consolazione. Riferendo al miracolo della lacrimazione del quadretto della Madonna avvenuto a Siracusa, Mons. Gisana, dice che esso sta a significa che il Signore, attraverso la Madre, prova commozione perché noi; incontrandolo potremmo trovare la felicità. Il nostro scopo quindi, deve essere quello di metterci nelle condizioni di trovare la felicità e di rendere felice l’altro: solo così possiamo cambiare la nostra prospettiva. Il senso della nostra vita non deve essere quello di soddisfare i nostri desideri ma quello di vedere nell’altro, con cui ci relazioniamo la felicità. Questo deve essere il senso di questa festa che ci prepariamo a vivere.

di Andrea Fornaia – sottosezione di Enna
Pubblicato il 2 Settembre 2020