Poco prima che il Covid-19 decidesse di tenerci distanti per proteggerci l’un l’altro, noi del gruppo giovani Unitalsi della sottosezione di Ragusa, abbiamo fatto esperienza di Gesù, attraverso la figura di San Francesco, in vista del pellegrinaggio nazionale giovani di novembre che avrà luogo ad Assisi. Un momento di preghiera e riflessione insieme a Don Nicola Iudica, nostro assistente spirituale e qualche giorno dopo su un pulmino, i nostri trolley, il nostro entusiasmo, meta: Acireale.
I giovani unitalsiani di tutta la Sicilia ci siamo ritrovati lì. In bilico tra gioia e bisogno di ricaricarci spiritualmente.
Il ritiro è durato meno di 24 ore ma ci siamo sentiti travolti da un grande dono di grazia!
La figura di San Francesco, i laboratori, gli spunti di riflessione, la preghiera, l’adorazione eucaristica ma soprattutto noi. Negli sguardi, nei sorrisi, nei gesti, nella condivisione. Tutti noi. Che non importa se sei di Messina, Ragusa o Palermo o se ci siamo visti in pellegrinaggio a Lourdes o non ci rivedremo più. Abbiamo avvertito una forza che ci teneva stretti. Era nell’aria e ha fatto sì che ognuno di noi si sentisse tassello fondamentale della straordinaria famiglia dell’Unitalsi. Ma in fondo, noi tutto questo lo abbiamo sempre saputo. Ci lega e ci accomuna quella che il presidente nazionale dell’associazione, Antonio Diella, ha definito “una scelta che cambia la vita”. Una ricarica, un pieno di energia di cui avevamo bisogno. Amici disabili e volontari: nessun limite e nessuna barriera. Siamo stati complementari, l’uno con l’altro, come in un incastro perfetto, come il più armonioso degli accordi. Abbiamo ricevuto questa scintilla e a noi spetta il compito di contagiare. Siamo chiamati ad essere testimoni di questa bellezza. Portiamola ovunque. Il Covid ci vieta di riunirci, abbracciarci, toccarci ma non impedisce ai nostri cuori di rimanere connessi!
Alessia Battaglia, referente Giovani Unitalsi sottosezione di Ragusa
Pubblicato il 26 Maggio 2020