Paolino, Unitalsi di Verona: mezzo secolo a Lourdes: “Si riceve molto più di quello che si dà”

Turrini, 67enne assessore ai Servizi sociali è reduce dal suo 50esimo viaggio al santuario francese

Mezzo secolo di volontariato come barelliere a Lourdes. È il primato diPaolino Turrini, 67 anni, carabiniere in pensione e attuale assessore ai Servizi sociali di Bovolone, da anni figura di primo piano nel mondo dell’associazionismo cattolico, un riferimento per tantissime persone fragili.

Turrini è appena tornato dall’ultima trasferta a Lourdes con i volontari bovolonesi dell’Unione nazionale italiana trasporto ammalati (Unitalsi), il gruppo di barellieri con cui dal 1975 si reca ogni anno in pellegrinaggio al famoso santuario francese. Turrini è stato per anni presidente Acli e Unitalsi, cariche che ha lasciato a due giovani, rispettivamente Andrea Vaccari e Sara Grezzani, mantenendo però la vicepresidenza, quando nel 2021 è entrato nella Giunta del sindaco Orfeo Pozzani.

«Ho iniziato i pellegrinaggi non ancora maggiorenne, avevo 17 anni, all’epoca l’età minima», racconta Paolino, come è conosciuto da tutti, «sono partito per ricambiare l’aiuto ricevuto dai barellieri da piccolo. All’età di 10 anni, nel 1968, sono salito infatti sul primo “treno bianco dei bambini” diretto al santuario di Loreto assieme ad altri 500 ragazzi con problemi di salute. Ricordo bene quella mia prima esperienza, ripetuta poi fino al 1974. Ebbi modo così di conoscere i barellieri e mi ripromisi che se fossi guarito lo avrei fatto anch’io. Ho cominciato subito e sono andato avanti fino ad oggi». Turrini, che in tutti questi anni ha saltato il viaggio solo un paio di volte, un anno è partito comunque per Lourdes ma come volontario dei carabinieri e un altro anno è stato assente giustificato, costretto a rinunciare per gravi motivi familiari.

L’ultimo pellegrinaggio 

Il cinquantesimo pellegrinaggio del volontario da primato è stato segnato fin dalla sua partenza dalla scomparsa di papa Francesco, notizia giunta il lunedì dell’Angelo quando il treno verso Lourdes era ancora fermo al binario 1, in stazione Porta Nuova a Verona, con 840 persone pronte a partire, di cui oltre 320 volontari, mentre altri due aerei sono decollati dall’aeroporto Catullo di Villafranca. Tra gli ammalati e i volontari si è diffuso un senso di smarrimento profondo per la perdita di un pontefice sentito come amico degli ultimi e dei sofferenti, che l’Unitalsi ha sempre avuto nel cuore.

«Non ci volevamo credere, lo avevamo visto il giorno prima in carrozzina in televisione», racconta Turrini. «E mi è venuto subito in mente l’annuncio della scomparsa di papa Giovanni Paolo II, anche quella l’abbiamo appresa in treno ma al ritorno da Lourdes, nell’aprile del 2005».

«Quest’ultimo», confida Turrini, «è stato un pellegrinaggio speciale che non dimenticherò. Ho provato un’emozione forte sentire il mio nome riecheggiare durante la cerimonia della conciliazione. Mi hanno nominato dal pulpito per ringraziarmi dei miei 50 anni di volontariato con l’Unitalsi. E il pensiero è corso ai tanti malati che ho seguito nei pellegrinaggi, molti dei quali sono scomparsi». Quello del veterano Turrini è stato un esempio per i tanti giovani al seguito, 98 avevano tra i 15 e i 30 anni e altri 31 dai 15 ai 17 anni, pronti a vivere un’esperienza memorabile di servizio e spiritualità. «A chi mi chiede se sono stanco», conclude l’assessore, «rispondo sempre che ogni volta è un’esperienza diversa e che comunque si riceve molto di più di quello che si dà».

Roberto Massagrande, larena.it


Pubblicato il 6 Maggio 2025