Fu voluta dal Vescovo Ducoli, molto devoto alla Madonna. Domani la messa alle 10.30 per ricordare il religioso
Domani il vescovo Renato Marangoni celebrerà sul Nevegal i primi 30 anni del Santuario dedicato all Immacolata, benedetto anche da Giovanni Paolo II con sorvolo sull’elicottero. L’edificio è stato voluto dall’allora vescovo Maffeo Ducoli, come esempio della sua devozione mariana. Il vescovo Ducoli ha guidato le diocesi di Belluno e di Feltre per 20 anni, lasciando il segno nella memoria di molti parrocchiani.
Il santuario è stato voluto dall’allora vescovo Maffeo Ducoli, come fosse la sua principale eredita. «Della devozione mariana del vescovo Ducoli che ha guidato le diocesi di Belluno e di Feltre (poi dal 1986 diocesi di BellunoFeltre) per 20 anni, non credo ci sia molto da dire: è ben nota dai suoi interventi, da tanti inviti seminati nelle sue visite alle parrocchie, negli incontri con sacerdoti e laici e anche dalla fedeltà alla partecipazione ai pellegrinaggi diocesani in treno a Lourdes con l’Unitalsi. Ed è questa devozione che lo ha portato a dotare il colle bellunese del Nevegal di un santuario dedicato alla Beata Vergine di Lourdes», ricorda monsignor Giorgio Lise, oggi rettore del seminario, a quel tempo segretario di Ducoli. Lui c era quel 30 luglio 1994 quando il presidente dell’Unitalsi monsignor Alessandro Plotti – con la presenza anche di alcuni vescovi del Triveneto – inaugurò ufficialmente l attività del Santuario; il giorno prima era stata solennemente collocata l’immagine della Vergine Immacolata, copia fedele di quella di Lourdes, benedetta da papa Giovanni Paolo II a Domegge il 30 agosto 1992.
«Vado con la memoria ai giorni in cui Ducoli, coni suoi collaboratori – racconta Lise – progettava la costruzione del Santuario del Nevegal: un luogo di culto che rispondesse alle esigenze delle migliaia di persone che ogni anno frequentavano il colle bellunese. Me ne parlava senza nascondere le difficoltà provenienti da una burocrazia asfissiante, ma anche da persone che non condividevano il progetto e ho sempre avuto l impressione di una persona che, comunque, cercava con onestà di essere nel solco della volontà di Dio; per questo, mentre si dava generosamente da fare, pregava molto e chiedeva a tutti – soprattutto agli ammalati –di pregare. Ducoli pensava a un luogo che, inserito con delicatezza nell’ambiente montano, invitasse alla meditazione e alla preghiera, quasi un oasi di pace e di silenzio dove, tano dalle parole vuote del mondo, risuonasse solamente la Parola e vi fossero cuori pronti ad accoglierla, così come Maria accolse nel suo grembo il Verbo di Dio».
L’8 febbraio 1991, giorno della firma della convenzione per la costruzione del Santuario scriveva: “Spero di concludere il mio servizio episcopale a Belluno con questa importante opera – santuario – centro mariano per la diocesi. Maria mi accolga in paradiso come figlio a lei devotissimo.
A lei offro quanto possiedo perché tutti la venerino e la amino”. «Posso dire che è stato esaudito; anzi che gli sono stati concessi tanti anni (Ducoliè mancato nel 2012) in cui ha potuto aiutare il Santuario, seguirne la vita e portare la sua parola suadente ed entusiasta a favore di quest opera», dice Lise.
“30 anni di grazia” si intitola la Giornata commemorativa di domenica. «Credo davvero – conclude Lise– che la presenza di questo Santuario nel nostro territorio sia stata per tanti fedeli un dono di grazia: siamo certi che questo “dono” continuerà anche in futuro come realizzazione di un sogno felice e provvidenziale»
Corriere delle Alpi
Pubblicato il 27 Luglio 2024