Meeting Giovani Unitalsi Toscana: “Davide, il filo che unisce i cuori”

Davide non è un ragazzo come tanti. Non perché abbia qualcosa in più o qualcosa in meno, ma perché ha scelto, con coraggio e autenticità, una strada che non tutti percorrono: quella del servizio, dell’attenzione all’altro, dell’ascolto che cura. 

Essere ambasciatore giovani dell’Unitalsi Sottosezione di Lucca non è per lui un ruolo da mostrare, ma una responsabilità da vivere. Ogni incontro, ogni evento, ogni persona che incrocia lungo questo cammino lascia un segno nel suo cuore. Un segno che Davide custodisce con delicatezza.

Il giorno del Meeting Giovani a Prato

Quando gli fu chiesto di rappresentare la sottosezione di Lucca al Meeting Giovani di Prato, Davide provò subito un misto di orgoglio e agitazione. Era consapevole che quello non sarebbe stato un giorno qualunque. Il viaggio verso Prato sembrò più lungo del solito. Mentre osservava i paesaggi scorrere dal finestrino, si chiedeva cosa avrebbe trovato, quali volti avrebbe incontrato, quali storie avrebbe ascoltato. Ma soprattutto si chiedeva se sarebbe riuscito a trasmettere, con il suo esempio, il valore dell’Unitalsi ai giovani presenti. Appena arrivato, fu accolto da un grande via vai di ragazzi, volontari, responsabili, accompagnatori. Nonostante il rumore e l’energia del momento, Davide percepì subito una cosa: c’era un clima di famiglia. Si sentiva parte di qualcosa di grande, più grande persino delle emozioni che aveva portato con sé.

Il momento che cambia tutto

Ma il vero cuore della giornata arrivò quando iniziò il tempo dedicato agli ammalati. I giovani si raccolsero attorno alle persone fragili, quei fratelli e sorelle che l’Unitalsi mette sempre al centro. Davide osservava, in silenzio, senza voler disturbare ciò che stava accadendo. E in quell’istante capì. Vedeva ragazzi che non avevano paura di avvicinarsi. Ragazzi che non guardavano la malattia, la disabilità o la fatica, ma la persona. Ragazzi che si sedevano accanto, che stringevano una mano, che ascoltavano con il cuore.

Era un ascolto diverso: un ascolto fatto di rispetto, di umanità, di presenza vera.
Un ascolto che non giudica, non pesa, non pretende. Un ascolto che dice: “Io ci sono per te.” Il petto di Davide si riempì di un’emozione potente, difficile da trattenere. Si sentì orgoglioso dei suoi coetanei, della loro maturità, della loro sensibilità. E capì che quel giorno stava assistendo a qualcosa di raro: la bellezza dei giovani quando si mettono davvero in gioco.

Un seme che continua a germogliare
Quel momento – così semplice e così grande – rimase inciso nella memoria di Davide. Al ritorno a casa, non smetteva di ripensarci. Ogni sguardo, ogni gesto, ogni sorriso visto a Prato gli tornava nella mente come un piccolo miracolo. Perché in quell’incontro, Davide aveva visto la parte migliore dell’Unitalsi: quella che non fa rumore, quella che non appare sui cartelloni, quella che vive nelle piccole cose. E si rese conto che il suo ruolo di ambasciatore non era solo rappresentare, ma coltivare.
Coltivare la sensibilità dei giovani.
Coltivare il valore dell’ascolto.
Coltivare quello spirito di famiglia che fa sentire tutti accolti. Da quel giorno, Davide ha iniziato a vedere il suo impegno con occhi nuovi. Non come qualcosa “da fare”, ma come qualcosa da vivere ogni giorno. Perché, in fondo, lui è proprio questo: un ragazzo che cammina con delicatezza tra le persone, che sa cogliere le emozioni sincere, che crede che ogni gesto, anche il più piccolo, possa portare luce nella vita degli altri. E mentre continua il suo percorso, Davide porta con sé una certezza: che la forza dell’Unitalsi non è solo nei momenti grandi, ma soprattutto in quelli in cui un giovane si mette accanto a un ammalato, e con un semplice sorriso fa nascere speranza.

Davide


Pubblicato il 18 Novembre 2025