Si è svolto dal 18 al 23 ottobre un pellegrinaggio dell’Unitalsi emiliano romagnola a Fatima, che ha visto la partecipazione di molti ravennati
La testimonianza di un volontario: “noi grati ai malati”
Un volontario racconta che “l’esperienza a Fatima è diversa rispetto al tradizionale pellegrinaggio a Lourdes insieme a tanti malati. Non che la Provvidenza, a tal proposito, non ci abbia comunque assistiti: una persona con disabilità e alcune signore con difficoltà di deambulazione ci hanno donato la possibilità di renderci utili. Persone buone, alle quali non è facile fare comprendere che non sono loro a dover ringraziare, bensì noi ad essere debitori nei loro confronti per l’opportunità che ci offrono, di fare cosa gradita al Signore”.
Malati e non, “tutti insieme è meglio”
La differenza rispetto a Lourdes è che “a Fatima il malato fruisce di tutto ciò di cui fruiscono gli altri pellegrini, ma senza poter contare necessariamente su corsie particolarmente privilegiate. Ma potrebbe non essere stato un male: per i malati, forse, il trovarsi in mezzo a gente “abile” anziché inquadrati esclusivamente tra persone con i medesimi loro problemi, potrebbe non essere stato negativo”.
L’esperienza nel santuario mariano lascia una “eredità” a coloro che partecipano.
“La Santa Vergine – conclude il volontario – ha lasciato qualcosa di particolare a ciascun pellegrino e tutti noi siamo tornati a casa certi che coloro che avevamo portato nel cuore in quei luoghi potranno fare affidamento sullo sguardo d’amore della Vergine dei tre pastorelli“.
risveglioduemila.it
Pubblicato il 13 Novembre 2024