La sottosezione di Pesaro insieme alla Sezione regionale sta raccogliendo le iscrizioni per il pellegrinaggio 28 luglio – 1 agosto
“Se ha fatto bene a me potrà farlo anche a tanti altri ammalati”. Con questo pensiero Gian Battista Tomassi, ripartì da Lourdes, dove era andato per suicidarsi ai piedi della grotta se non avesse ottenuto il miracolo della guarigione, la Vergine che era apparsa a Bernadette l’11 febbraio 1858, non guarì la sua malattia, ma curò la sua anima così che da oltre 120 anni l’U.N.I.T.A.L.S.I. accompagna malati e pellegrini a vivere un’esperienza di fede e di conversione nella Speranza.
Oggi come allora andare come pellegrini a Lourdes è un beneficio per l’anima e per il corpo, un cammino che ritempra, conforta, trasforma anche chi pensa di non averne bisogno. I volontari, gli ammalati ed i pellegrini che hanno vissuto il pellegrinaggio con i treni bianchi sono testimoni dell’eterno miracolo di Lourdes, ma per quanto il nostro entusiasmo e la nostra testimonianza possano invitare a riflettere, occorre accogliere l’invito che il Signore ci fa attraverso Sua Madre Maria e decidere di fidarsi e affidarsi.
La sottosezione di Pesaro insieme alla sezione regionale dell’Unitalsi Marche sta raccogliendo le adesioni per un pellegrinaggio a Lourdes dal 28 luglio all’ 1 agosto, un volo speciale si alzerà dai cieli di Falconara alla volta di Lourdes. Ci sono ancora alcuni posti disponibili e sarebbe un vero peccato se per la nostra incertezza, la nostra pigrizia, i nostri dubbi, quel volo partisse senza di noi. In tanti vanno a Lourdes ogni anno, da soli o con viaggi organizzati dalle parrocchie e dai gruppi, ma partire con un pellegrinaggio insieme agli ammalati da una dimensione diversa al viaggio, fa fare una riflessione più alta, è altra cosa. E allora perché non provare?Fermiamoci a riflettere cosa ci trattiene dal decidere? quanto abbiamo bisogno di una pausa ai nostri affanni quotidiani?
Lourdes forse non risolverà le cose nè ci farà quel miracolo che aspettiamo, ma in ogni caso torneremo diversi. Fidiamoci di chi questa esperienza l’ha già fatta, anche più volte. E poi proviamo a fidarci anche di Maria che là nel silenzio di quella grotta ci aspetta. Andare a Lourdes è “tornare a casa” ( chi c’è stato sa bene di cosa parliamo) per ripartire più forti, appagati e sereni, una medicina dell’anima anche per chi ammalato non è, ma è inquieto, insoddisfatto, in ricerca. Spesso il Signore ci parla misteriosamente e forse questo invito viene proprio dal Signore che si serve delle pagine di un giornale diocesano.
ilnuovoamico.it
Pubblicato il 16 Luglio 2025