Un gioioso gruppo di circa 400 ragazze e ragazzi di terza media si è riunito nella serata dello scorso sabato 22 per trascorrere con entusiasta partecipazione la “Veglia dell’Attesa” organizzata dal Centro di pastorale ragazzi, in preparazione al periodo di Avvento. Dopo l’accoglienza, tra balli e divertimento, l’associazione “La Grande Sfida” ha coinvolto i giovani partecipanti in un momento carico di significato con la presentazione delle attività da parte del presidente Roberto Nicolis e le voci di alcuni ragazzi che hanno dato la propria testimonianza in merito alla tematica della felicità e del limite, dopo essersi esibiti in una coreografia sulla canzone “Abitare il limite”.

«Per me la danza è vita. Non mi sento giudicato e nessuno balla male o bene. Si parla di armonia»: così racconta Giacomo de “La Grande Sfida”, trasmettendo la sensazione di benessere provata nei momenti di ballo. «Abitare il limite – ha aggiunto – secondo me significa affrontare le mie insicurezze. Ama il prossimo tuo come te stesso, dunque, per aiutare gli altri devo prima amare me». Anche un’altra giovane, Irene, ha sottolineato come per lei «la felicità sia avere dei fratelli e delle sorelle fantastiche, che si ritrovano anche nel gruppo di danza “più bello del mondo”». Prima di un momento di preghiera con la lettura del Vangelo accompagnato dai canti della CPRband e dalla provocazione di don Matteo Selmo, Rebecca ha portato la sua testimonianza come appartenente al “Progetto dei Piccoli” di Unitalsi.
Dopo la condivisione della cena e di altri momenti di svago, è stato dato spazio ai racconti di vita vera di Unitalsi da parte di coloro che ogni giorno toccano da vicino la malattia e la sofferenza. Don Matteo Selmo ha inizialmente presentato le attività dell’associazione per poi lasciare la parola a Giulia, giovane di Unitalsi, che ha aiutato i partecipanti di terza media ad addentrarsi nel mistero del Natale parlando del significato di abitare il limite e dell’esperienza di mettersi al servizio del limite nella quotidianità.
A conclusione della “Veglia dell’Attesa” il saluto e la preghiera del vescovo Domenico, che ha voluto ricordare ai ragazzi come «la luce della luna che apparentemente sembrerebbe la più debole, in realtà sia una luce che cammina con le altre stelle». Ciò che appare minore, debole o limitante, dunque, presenta al suo interno una grande forza trasformatrice. chiesadiverona.it
Pubblicato il 26 Novembre 2025









