“Non è stato facile trattenere le lacrime”, ha detto uno dei ragazzi a fine incontro. E in effetti, la giornata ha insegnato loro che il dono più grande è quello di esserci, di tendere una mano e di guardare alla vita con occhi nuovi.
Sabato 22 marzo è stata una giornata di emozioni profonde e di incontri che lasciano il segno. L’Unitalsi di Tortolì ha varcato le porte della parrocchia di Sant’Andrea Apostolo per parlare ai ragazzi del catechismo del valore del volontariato, delle attività che portano avanti con amore e dedizione e delle loro esperienze a Lourdes.
A guidare l’incontro, il presidente dell’associazione Franco Perra, affiancato da alcuni volontari e da persone appartenenti alle fasce più deboli che ogni anno prendono parte ai pellegrinaggi. Il loro racconto ha toccato corde profonde, trasmettendo non solo il senso del servizio, ma anche la bellezza di un cammino fatto di condivisione e di speranza. L’incontro non è stato solo un momento di ascolto, ma un’occasione per i giovani di avvicinarsi concretamente al volontariato. La loro partecipazione attenta, le domande profonde e lo sguardo emozionato hanno reso tangibile quanto queste testimonianze siano capaci di lasciare un segno nel cuore.
L’evento aveva, infatti, un duplice obiettivo: sensibilizzare i ragazzi al volontariato e offrire loro spunti di riflessione in vista della partecipazione al concorso diocesano “E ti vengo a cercare”. La parrocchia di Sant’Andrea, per il secondo anno consecutivo, si prepara a concorrere con un progetto che permetterà ai ragazzi di riflettere sul valore della vita, anche nelle sue fragilità. Parallelamente all’incontro con l’Unitalsi, altri due gruppi si sono recati in visita a persone anziane, portando un sorriso e un momento di compagnia a chi spesso vive in solitudine. Anche queste visite sono state cariche di emozione, lasciando un segno profondo nei giovani che hanno vissuto un’esperienza di vicinanza autentica.
“Non è stato facile trattenere le lacrime”, ha detto uno dei ragazzi a fine incontro. E in effetti, la giornata ha insegnato loro che il dono più grande è quello di esserci, di tendere una mano e di guardare alla vita con occhi nuovi.
Questa esperienza resterà impressa nei cuori di chi ha partecipato, come un piccolo seme piantato nel terreno fertile della generosità e della compassione. Un seme destinato a crescere e a dare frutto, perché il volontariato non è solo un’azione, ma un modo di vivere.
di Michela Girardi, vistanet.it
Pubblicato il 25 Marzo 2025