L’ appuntamento, che ha permesso ai partecipanti e ai volontari accompagnatori di vivere un esperienza di fede e rinnovamento, ha previsto la partecipazione alla Santa Messa e una visita ai luoghi del Beato Bartolo Longo.
In particolare, la sua storia di conversione ha parlato al cuore dei pellegrini. Vivere da vicino la realtà costruita da Longo in questa terra ha consentito loro di conoscere l’opera di evangelizzazione che lo portò a fondare il Santuario, ancora oggi simbolo di fede e devozione. Inoltre, al pari di questa figura, che trovava nella Madonna una guida e una protezione, anche i pellegrini Unitalsi hanno potuto attingere in Maria consolazione e speranza. Al contempo, i volontari hanno fatto esperienza di come la preghiera e l’abbandono fiducioso siano in grado di portare luce e speranza anche nei momenti di difficoltà, diventando essi stessi rifugio spirituale per le te alle loro cure. La giornata dell’Unitalsi, poi, è proseguita con un momento di convivialità attraverso la condivisione del pranzo, simbolo di unità e solidarietà, in grado di portare gioia e spensieratezza.
Il pellegrinaggio, però, è stato molto più di un semplice viaggio. Grazie a questa iniziativa, i malati hanno compiuto un cammino fisico e spirituale, un itinerario attraverso cui avvicinarsi a Dio e a Maria, per sentirsi meno soli e trovare un senso al dolore che li segna. Molti hanno trovato sollievo, accoglienza e comprensione. E, al pari di Maria che si mise in cammino per soccorrere i bisogni della cugina Elisabetta, i volontari Unitalsi hanno offerto a tutti i malati un momento in cui potersi sentire protagonisti, amati al di là della patologia o della disabilità. In un tempo in cui tante persone si sentono emarginate a causa della situazione di dolore e malattia vissuta, il pellegrinaggio a Pompei ha regalato un momento di serenità, per raccogliersi in preghiera e affidare le proprie sofferenze alla Madonna del Rosario.
L’appuntamento, infine, ha rappresentato un vero richiamo ai valori della solidarietà e della fede condivisa, dimostrando che il pellegrinaggio è sempre un occasione di crescita e di speranza per chi soffre e per chi assiste. Soprattutto, ha confermato come la forza della preghiera possa alleviare il peso delle difficoltà e trasformare il dolore in un momento di incontro e riscoperta della propria umanità.
di Ivana Notarangelo, Avvenire Ed Sora
Pubblicato il 19 Novembre 2024