L’Arcivescovo Morandi in pellegrinaggio: “Lourdes e l’Unitalsi sono come una famiglia”

Don Giuseppe Lusuardi assistente Unitalsi della Sezione Emiliano-Romagnola, e la scrittrice Rita Coruzzi raccontano il loro pellegrinaggio a Lourdes

In tanti hanno ringraziato per essersi sentiti accompagnati nella vita, e a chi era in servizio la fatica di essere sempre presente secondo le loro necessità è stata pagata da un sorriso, da una bibita offerta al bar, da un piccolo ricordino comprato nei tanti negozi di Lourdes. Ora viene il bello: là tutto sembra poter dire che un mondo di relazioni autentiche come il Vangelo suggerisce è possibile; ma il banco di prova è la quotidianità in famiglia, al lavoro … Come diceva il vescovo Morandi sull’aereo … diamoci un mese per meditare su ciò che si è vissuto in quel luogo santo per coglierne i frutti a suo tempo con decisioni che saranno senz’altro suggerite dallo Spirito Divino, in ascolto anche di Maria, che continuamente ci dice, soprattutto nei momenti difficoltà: “Fate quello che vi dirà”. Il pellegrinaggio aveva come tema “la pace”; certamente un momento alto, oltre che nella preghiera, è stato il concerto per la pace svoltosi la sera di mercoledì 28 agosto con la corale “la Corbella” diretta da Paola Tognetti, come le “Ave Maria” recitate in arabo al flambeaux di giovedì 29 dalla figlia di un profugo palestinese, Hamati Denise Awad Basil”. Don Giuseppe Lusuardi, Assistente spirituale UNITALSI Emilia-Romagna.

“Il Signore è la nostra gioia, gioia pura. Questo è quello che provo quando vado a Lourdes, ancora di più quest’anno con il pellegrinaggio diocesano dell’Unitalsi Emilia-Romagna presieduto dal mio Arcivescovo mons. Giacomo Morandi, vescovo di Reggio Emilia-Guastalla. Lui stesso nelle sue omelie ha voluto spiegare e specificare quanto il Signore sia portatore di gioia piena, pura, che non può essere contaminata o cancellata dalle vicende del mondo terreno. Mons. Morandi ha affermato inoltre, durante la Messa con l’unzione degli infermi, come il Signore sia sempre accanto a tutti noi, agli afflitti e sofferenti nel corpo e nello spirito, come in Lui possiamo trovare consolazione, conforto come nessun altro può dare. In questo mio ventunesimo pellegrinaggio a Lourdes ho ritrovato tutte queste emozioni e sensazioni, sentendole centuplicate nel mio cuore. Per me Lourdes e l’Unitalsi sono come una famiglia, una seconda casa dove so che posso trovare affetto, conforto, comprensione, perché riesco a sentire pienamente la presenza di Gesù consolatore perfetto, Colui che dà ristoro a chi è oppresso e stanco.

Maria, che a Lourdes si è presentata come l’Immacolata Concezione, dicendo il suo sì all’arcangelo Gabriele, è diventata la prima portatrice di gioia, avendo portato in grembo la Gioia stessa, che ha trasmesso a Santa Elisabetta e a San Giovanni Battista ancora nel suo grembo. Quando vado a Lourdes in pellegrinaggio, in processione, come ha chiesto Maria stessa a Bernadette, dimentico tutte le mie preoccupazioni, tutte le mie paure, le mie insicurezze, ritrovando la vera pace, come se Lourdes fosse un posto dove cielo e terra si toccano e si possa pregustare un antipasto di ciò che ci aspetta in Paradiso.

Anche ora che sono tornata mi ritrovo piena di energia, di speranza, di ottimismo, di fiducia nel futuro, perché Lourdes mi ha riempito di tali emozioni sentendo Maria dentro di me, che ancora una volta mi ha abbracciato di nuovo con amore di madre e in questi quattro giorni mi ha tenuto per mano.

Il pellegrinaggio diocesano era dedicato alla pace, di cui si ha tanto bisogno, specialmente nei Paesi in guerra come l’Ucraina e Israele, ma come ha detto giustamente l’arcivescovo Giacomo, per avere la pace nel mondo, prima di tutto bisogna essere in pace con se stessi e con il prossimo. Solo così l’uomo potrà veramente diventare costruttore di pace e quindi far parte dei beati. Davanti alla grotta ho di nuovo ritrovato me stessa e la certezza che sono nel cuore di Maria e lei mi accompagna amorevolmente nel cammino terreno perché io diventi sempre più simile a Gesù e continui a essere una sua fedele seguace pur con le mie manchevolezze e fragilità umane. Ma per Gesù e per Maria ogni uomo è più prezioso di molto oro fino. Grazie Maria per avermi fatto assaporare ancora una volta la gioia piena, la dolcezza senza fine per chi è stata veramente discepola e alla destra di Gesù.

Grazie ancora per avermi regalato questo assaggio di cielo e per avermi confermato che i miei familiari defunti lo godono assieme a te e tuo Figlio e sono da voi pienamente riamati, in quantoil pellegrinaggio è un gesto d’amore verso Dio che ci ha amato per primo e noi non dobbiamo far altro che ripagare questo amore con altro amore”.
Rita Coruzzi, scrittrice.

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Pubblicato il 2 Settembre 2024