L’abbraccio di Firenze al Vescovo Gherardo

Tantissime persone in cattedrale per l’ordinazione 

Proseguiamo il nostro cammino mettendo sempre più Gesù al centro della nostra vita, così sapremo riconoscerci come fratelli e sorelle e saremo testimoni credibili nel mondo della gioia del suo amore». È questo l’invito che l’arcivescovo Gherardo Gambelli ha lanciato alla Chiesa fiorentina, al termine della celebrazione che ha visto la sua ordinazione episcopale.

Tremila persone hanno riempito la cattedrale di Firenze, tanti altri hanno partecipato alla celebrazione dalla piazza dove era stato allestito un maxischermo, “Moltissimi hanno potuto seguire anche grazie alla diretta streaming e alla tv.

Una giornata speciale per Firenze, la festa di san Giovanni Battista. Quel Giovanni, patrono della città, il cui nome significa«il Signore si mostra benevolo, fa grazia, usa misericordia»: lo ha sottolineato, nella sua omelia, il cardinale Giuseppe Betori, affermando che anche il nuovo arcivescovo sarà «strumento di grazia e di misericordia per il popolo fiorentino» perché «tutto è grazia in quel che oggi accade e in ogni momento del tuo servizio alla Chiesa e alla gente di Firenze.

La sorgente divina di questa grazia è inesauribile e ti permette di avviarti nel tuo ministero con fiducia». Un ministero, quello di vescovo, che richiede «di pronunciare un giudizio sul mondo, che non dovrà mai essere di condanna ma di salvezza» e di essere «coraggiosi annunciatori della verità, sempre nella carità, ma sempre anche con parresìa».

Un ministero che richiede anche «di farsi vicini ai poveri, agli emarginati». In questo, ha ricordato Betori, il nuovo vescovo potrà contare sulla sua esperienza: «Aver toccato le periferie geografiche e quelle umane nel tuo impegno missionario in Ciad e in carcere, ti servirà a porre lo sguardo soprattutto su chi viene ignorato o scartato, ad annunciare la buona novella a coloro che appaiono gli ultimi per il mondo, ma sono i primi per il Signore». Lo stesso Betori è stato il primo a imporre le mani sulla testa del suo successore.

Dopo di lui, gli altri consacranti: il cardinale Gualtiero Bassetti, già presidente della Cei, che da rettore accolse Gambelli in seminario nel 1989; il vescovo di Grosseto e di Pitigliano Giovanni Roncari; il vescovo Paolo Bizzeti vicario apostolico di Anatolia, in Turchia, legato a Gambelli da un antica amicizia, e monsignor Dominique Tinoudji vescovo della diocesi di Pala, in Ciad, che di Gambelli è stato allievo ai corsi di Sacra Scrittura nel seminario di Ndjamena, oltre ad aver trascorso alcuni mesi a Firenze, nella parrocchia di Rifredi. A seguire, hanno imposto le mani anche i vescovi presenti quasi al completo, gli altri vescovi venuti dal Ciad, i vescovi originari di Firenze Claudio Maniago e Andrea Bellandi. A occupare l’intero presbiterio, e anche le prime file della navata, oltre 400 sacerdoti(diocesani, religiosi ed extra diocesani) che hanno concelebrato, e 44 diaconi. Presenti anche il cardinale Ernest Simoni e il metropolita Polykarpos, arcivescovo ortodosso d Italia ed esarca dell’Europa Meridionale, in rappresentanza del Patriarca Bartolomeo I. Nelle prime file anche persone disabili, con i volontari dell’Unitalsi che hanno coordinato la presenza di varie associazioni.

La traduzione in lingua dei segni ha permesso la partecipazione di persone sorde. Prezioso anche il lavoro (oltre che, ovviamente, delle guardie dell’Opera di Santa Maria del Fiore) della Misericordia di Firenze e del Coordinamento delle Misericordie fiorentine, che hanno fatto servizio d’ordine. Anche gli Scout dell’Agesci, in divisa e fazzolettone, hanno aiutato a fare in modo che tutto si svolgesse nel migliore dei modi. In cattedrale anche una rappresentanza di detenuti di Sollicciano, a salutare il vescovo che è stato il loro cappellano e che sicuramente manterrà il legame con loro.E ancora religiosi e religiose, uomini e donne del popolo di Dio desiderosi di continuare il cammino della Chiesa di Firenze con un nuovo pastore.

La consacrazione vista dall’alto, con l’imposizione delle mani di tutti i vescovi. Sotto, l’arcivescovo eletto prostrato a terra durante le litanie dei santi (foto Massimo Sestini) A sinistra, il momento in cui il nuovo arcivescovo viene fatto sedere sulla cattedra, da cui dovrà esercitare il suo magistero. Sotto, l’omaggio reso al nuovo vescovo da una rappresentanza di sacerdoti, religiosi e religiose, laici della diocesi (foto Jacopo Masini) La consacrazione, con l’imposizione delle mani del cardinale Betori (foto Jacopo Masini). di Riccardo Bigi – L’Osservatore Toscano 

Pubblicato il 27 Giugno 2024