Giovani Unitalsi: “La carità vissuta come servizio gratuito”

Ogni anno, molti di noi ragazzi, si trova davanti alla scelta di come investire il proprio tempo estivo. E ogni anno vedo tantissimi di loro che decidono, con il sorriso in viso, di tornare a Lourdes. Gli viene chiesto spesso il perché, cosa gli spinse a partire la prima volta, e soprattutto cosa gli spinge a tornarci ogni anno.

L’esperienza che una persona, un giovane, un anziano, un ammalato, riesce a fare durante il pellegrinaggio è sempre diversa e unica perché uniche sono le motivazioni per cui parte ognuno di noi. Credo però che l’esperienza venga accomunata da quello che fu consegnato a Bernadette, la ragazza alla quale Maria decise di apparire. Ogni volta che sono partito per Lourdes ho trovato compagnia: compagnia nel servizio, compagnia nella sofferenza, compagnia nel pregare.

Tutte azioni in cui non è consueto trovare appoggio, anzi. Bernadette da Maria ricevette Dignità, molta di più di quanto fino a quel momento l’aveva ricevuta in tutti quegli anni. Maria durante la prima apparizione, gli chiede “la gentilezza” di tornare sul luogo per 15 giorni… La gentilezza. Durante il pellegrinaggio ho spesso visto sofferenze, di vario genere. Ma ognuna vissuta con una profonda dignità. A Lourdes in qualche modo siamo costretti a fare i conti con noi stessi: durante una delle apparizioni anche a Bernadette gli fu insegnata dalla Vergine una preghiera personale, dopo la quale raccontò che fu presa da una profonda tristezza… Per farci guarire e salvare infatti, dobbiamo portare alla luce le nostre ferite, la nostra umanità, e farla toccare da quell’acqua che Maria aveva detto a Bernadette di bere.

Non ho mai assistito a un miracolo. O meglio: non ho mai assistito a quel tipo di miracolo. Di solito i miracoli che ci aspettiamo sono quelli che non accadono. Ma le ferite che ho visto guarire sono state tante… La storia dell’Unitalsi nasce proprio da una ferita molto più in profondità della pelle. Era il 1903 quando un giovane nobile di Napoli, affetto da una grave forma di artrite deformante che lo costringeva in carrozzella da quasi 10 anni, decise di partecipare al pellegrinaggio verso Lourdes con una precisa intenzione: giungere di fronte alla Grotta delle apparizioni e, qualora non avesse ottenuto la guarigione, togliersi la vita. Ciò nonostante, appena giunto alla Grotta, luogo in cui l’Immacolata apparve a Santa Bernardette, venne colpito dalla presenza dei volontari, mentre aiutavano i malati ad entrare nella Grotta di Massabielle.

In quel momento, percepì un profondo senso di sollievo e di serenità che solo la condivisione della sofferenza e la consolazione amorevole possono donare. Così, se al momento della partenza la sua intenzione coincideva con il voler togliersi la vita, al momento del rientro, chiese di parlare con il direttore spirituale del pellegrinaggio, al quale consegnando la pistola, disse: “Ha vinto la Madonna. Tenga, non mi serve più!  Sono guarito: la Vergine ha guarito il mio spirito”. Quel giovane era Giovanni Battista Tomassi, e grazie a questa esperienza crebbe in lui il desiderio di fondare una specifica associazione, l’Unitalsi. Tanti giovani ogni anno fanno lo stesso. Partono, si affidano, e vivono con gioia la propria vita con le loro sofferenze e con la loro dignità.

Elisa Stiaccini, responsabile referente giovani Unitalsi Siena –
Settimanale Siena – Colle Val d’Elsa – Montalcino

Pubblicato il 7 Marzo 2024