Emiliano Romagnola. A Ravenna il Convegno Regionale

La Presidente della Sezione, Barbolini: “Vogliamo ripartire da qui”

L’Unitalsi riparte da Ravenna. Quasi 150 aderenti dell’associazione che si occupa dell’accompagnamento e dell’assistenza degli ammalati e delle persone disabili si sono dati appuntamento questa mattina a San Giovanni Evangelista da tutta l’Emilia-Romagna per il convegno regionale. Prima un momento di preghiera e di riflessione guidato dall’assistente diocesano, don Pietro Parisi e poi la Messa celebrata dall’arcivescovo di Ravenna-Cervia, monsignor Lorenzo Ghizzoni. Nel pomeriggio, infine, una visita ai monumenti della città.

“È la prima volta che Ravenna organizza un convegno in ambito regionale – dice Patrizia Amici, commissario della sottosezione ravennate – per noi è una grande soddisfazione. Anche perché riusciamo a dare un risalto maggiore alla nostra realtà. C’è stata una buona partecipazione, soprattutto da parte dell’Emilia. L’Unitalsi riparte dalla bellezza perché l’Unitalsi è gioia”.

“La nostra fede comporta sempre un salto – ha spiegato l’Arcivescovo Lorenzo nella sua omelia -. Non tutto è dato, non tutto è matematico. Serve un passaggio, occorre affidarsi. Un salto che non è mai nel buio”. Ma in Cristo, in un Dio che si è fatto carne. Ogni età della vita ha bisogno di un suo stile, un modo per conoscere Cristo. “Anche quando si diventa adulti e poi anziani, quando capitano disgrazie e si vive una malattia – esemplifica monsignor Ghizzoni -. Questi fatti possono mettere in crisi la nostra fede, la nostra conoscenza di Cristo. Ci chiediamo: perché? Perché non interviene? Perché non fa miracoli? Anche in questi casi c’è da fare un salto, da rinnovare la nostra fiducia in lui. Una sofferenza fisica, morale o spirituale, un segno del peccato nella nostra vita: in queste fatiche la nostra fede può diventare può forte, se ci aggrappiamo a lui, se ci fidiamo di lui”.

È un po’ quel che avviene quando ci si appoggia gli uni agli altri: un’esperienza comune a tanti nei pellegrinaggi dell’Unitalsi. “Essere insieme, nella gioia e nelle sofferenza: così la fede che professiamo diventa viva – ha spiegato Marinella, una signora in carrozzina dell’Unitalsi di Carpi -. Non è solo recitare il Credo ma donarsi agli altri. Grazie a chi lo fa ogni giorno. Grazie del bene che ho ricevuto da voi con gioia e gratuità”.

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Pubblicato il 22 Aprile 2024