Il Cardinal Zuppi ha sottolineato l’importanza dell’esperienza dell’Unitalsi: “aprire gli occhi e non aver paura di voler bene”, la motivazione principe che quotidianamente i volontari portano avanti con coraggio e amore.
A Bologna presso il Seminario Arcivescovile Villa Revendin si è tenuto un convegno promosso dalla Sezione dell’Unitalsi Emiliano Romagnola sul tema della volontariato oggi. I temi trattati dell’incontro sono stati le sfide del nostro tempo in ambito di volontariato. Al convegno sono intervenuti: primo fra tutti Sua Eminenza Cardinale Matteo Zuppi, Stefano Zamagni, economista, già presidente dell’agenzia terzo settore, Roberto Mirabile presidente dell’associazione e la ‘caramella buona’, Cosimo Cilli per Unitalsi, Elisa Bochicchio per i Lions, Cosimo Damiano Ballestri per i giovani.
Volontariato: preparare il futuro
Il titolo ci riporta ad un’espressione ricorrente nel pensiero di Papa Francesco già al tempo del COVID, in cui sottolineava come da una crisi globale, si dovessero ripensare i parametri della convivenza umana in chiave solidale. E proprio sulla riflessione di Papa Francesco si è pensato di organizzare un incontro multidisciplinare. Associazioni diverse a confronto, le cui riflessioni vengano utilizzate come motore del cambiamento.
I lavori sono stati aperti da S.E. Cardinale Zuppi, il quale ci sprona alla concretezza, ma nella spiritualità. In particolare oggi, é più che mai necessario interagire con altre realtà nella logica che “ nessuno si salva da solo”. E’ dunque, il tempo delle aperture e del dialogo aperto, l’Unitalsi è una realtà fondamentale per la chiesa e per l’umanità ma deve rinnovarsi e rinnovare le sue motivazioni. Per arrivare a questo è necessario un lavoro costante di apertura sia all’interno della chiesa che nel così detto mondo laico. Il socio Unitalsi ha il dovere di difendere la sua realtà.
A seguire il prof. Stefano Zamagni ci dà qualche pillola sul volontariato.
“Fare volontariato è una buona pratica come ristrutturazione personale”
Zamagni dice che bisogna “divertirsi e divertire” che significa uscire da se stessi per incontrare il volto dell’altro. Quando questo avviene il risultato è garantito sia per chi dà, sia per chi riceve. Ovviamente il professore ha anche messo in evidenza la difficoltà del volontariato oggi, affermando che tale attività si trova in mezzo al guado. Sta vivendo cioè una stagione di crisi, perché sta risentendo del passaggio di ciò che era ieri, e ciò che sarà domani.
In questo momento storico dove l’attenzione è rivolta sul terzo settore produttivo, con le varie attività imprenditoriali che lo compongono, il volontariato che non sia mera filantropia, fa fatica a trovare una dimensione, dentro la quale si possa narrare il bene, che esso già fa e che sempre sarà chiamato a fare.
A questo punto, la domanda seguente è: qual è la fine del volontariato?
Per essere volontario, lo abbiamo capito, ci vuole senz’altro coraggio, credibilità, stile, essere animati da volontà benevola, rispettosa e costruttiva.
Il volontariato è espressione di bellezza.
“La bellezza è lo splendore della verità”
Solo questo dovrebbe bastarci per guardare al futuro con una sola parola d’ordine: trasformazione. Ringrazio quanti erano presenti, sperando di aver suscitato in ciascuno un piccolo punto di riflessione sul fatto di essere unitalsiani e rivolgere alla nostra associazione un sorriso di gratitudine per averci accolti.
Un grande grazie alla sezione Triveneta gemella della sezione Emiliano-Romagnola. Da ultimo, ma non ultimo in linea di importanza, un grande abbraccio all’amica presidente della sezione Triveneta Renata Stevan.
Annamaria Barbolini, Presidente Sezione Emiliano Romagnola
Pubblicato il 8 Maggio 2025