Domenica 11 febbraio, nella 32a Giornata mondiale del Malato e anniversario della prima apparizione della Vergine Maria a Lourdes, l’UNITALSI udinese propone e anima una Santa Messa in Cattedrale, alle 16. Ci sarà la possibilità di pregare per i malati fin dalle 15, quando la stessa UNITALSI accoglierà i fedeli in Cattedrale e proporrà la recita del Santo Rosario.
A presiedere la Messa in Cattedrale, domenica 11 febbraio, sarà il Vicario urbano mons. Luciano Nobile. Compatibilmente con le proprie condizioni di salute, alla Messa sono invitati in modo particolare gli ammalati e gli infermi.
Preghiera e vicinanza
La Giornata mondiale del malato fu istituita il 13 maggio 1992 da papa Giovanni Paolo II: a partire dall’11 febbraio 1993, la memoria liturgica della Madonna di Lourdes ha assunto anche il carattere di momento speciale di preghiera e di condivisione, di offerta della sofferenza.
La celebrazione in numerose Parrocchie. Numerose Parrocchie riservano un’attenzione particolare alla Giornata mondiale del malato. Partendo dalla città, oltre alla Messa in Cattedrale domenica 11 febbraio le tre Parrocchie della collaborazione pastorale di Udine sud-est offriranno la possibilità di ricevere il Sacramento dell’Unzione degli infermi durante le Messe domenicali (B.V. del Carmine ore 11, San Paolino ore 8.30 e 11, Laipacco ore 9.45). La collaborazione pastorale di Pasian di Prato propone una Messa per l’intera CP con l’amministrazione del Sacramento dell’Unzione degli infermi alle 16 in chiesa a Pasian di Prato (è sospesa la Messa delle 19).
Nella chiesa parrocchiale di Campomolle, nella CP di Rivignano, domenica 11 febbraio alle 10.45 Messa per tutti gli ammalati, in onore alla Beata Vergine di Lourdes, seguita da breve processione.
Il Messaggio del Papa
Papa Francesco ha donato alla Chiesa il consueto Messaggio per la Giornata Mondaile del Malato, che in questo 2024 ha per titolo: «Non è bene che l’uomo sia solo». Curare il malato curando le relazioni. Il Santo Padre si è ispirato al capitolo 2 del Libro della Genesi (Gen 2,18).
Si legge nel Messaggio: «Ci fa bene riascoltare quella parola biblica: non è bene che l’uomo sia solo! Dio la pronuncia agli inizi della creazione e così ci svela il senso profondo del suo progetto per l’umanità ma, al tempo stesso, la ferita mortale del peccato, che si introduce generando sospetti, fratture, divisioni e, perciò, isolamento. Esso colpisce la persona in tutte le sue relazioni: con Dio, con sé stessa, con l’altro, col creato. Tale isolamento ci fa perdere il significato dell’esistenza, ci toglie la gioia dell’amore e ci fa sperimentare un oppressivo senso di solitudine in tutti i passaggi cruciali della vita».
Il Santo Padre richiama quindi il modello del Buon Samaritano (Lc 10, 25-37) con la «sua capacità di rallentare il passo e di farsi prossimo, alla tenerezza con cui lenisce le ferite del fratello che soffre» e ricorda che «la prima cura di cui abbiamo bisogno nella malattia è la vicinanza piena di compassione e di tenerezza. Per questo, prendersi cura del malato significa anzitutto prendersi cura delle sue relazioni, di tutte le sue relazioni: con Dio, con gli altri – familiari, amici, operatori sanitari –, col creato, con sé stesso».
diocesidiudine.it
Pubblicato il 5 Febbraio 2024