A Lourdes il bagaglio che pesa è quello del cuore

Davvero “l’apparenza inganna”? Il pellegrino, nel passato, andava per “ager”, per i campi, affrontando sentieri e passaggi ignoti e pericolosi, superando le insidie del tempo e degli uomini, coltivando il progressivo e lento raggiungimento della meta con la preghiera, le invocazioni e l’attesa di incontrare finalmente ciò che avrebbe appagato il suo desiderio e le sue fatiche. Il pellegrino oggi copre con ben altra sicurezza le distanze e superare monti e valli richiede ben poche energie, a meno che non decida di trasformare quel cammino in una prova di resistenza fisica.

I più perfezionisti trovano forse motivo di lamentela nella lunghezza delle attese, nel mancato rispetto degli orari. In apparenza quindi sembrerebbero due occasioni molto diverse, ma nella realtà il bagaglio interiore che ogni pellegrino trasporta nell’andare in cerca del Signore, ha sempre lo stesso peso, richiede la stessa fatica dello spirito.


Se quindi il pellegrinaggio si considera come la metafora della stessa esistenza, dove alla partenza avviene il distacco volontario da ciò che si conosce, all arrivo si sa di trovare ciò che si va cercando, è certo che nel mezzo resta da scoprire tutto l’ignoto di un cammino da sperimentare. Per questo, nella costante ricerca di affermazione della fede, l’uomo fin dai tempi più remoti s è messo in cammino per soddisfare questa necessità che è conoscenza, non tanto e non solo di trovare conferme nei segni della fede, quanto di affermare con certezza a sé stessi che il Cielo ha riservato uno sguardo speciale ai propri figli. Lo scorso anno la Peregrinatio Mariae ha regalato momenti extra di preghiera, perché per tutti incontrare l’Immacolata a casa propria, fra le mura delle chiese più familiari, nelle strade in cui in genere si passa per una spesa o per il lavoro, rimarrà un immagine indelebile. Da raccontare. Quasi a restituire il piacere dell’incontro, da bravi figli ben educati, a tiranno le «visite» alla Madonnina, i pellegrinaggi, appunto, dove ciascuno cercherà di realizzare un pezzo del suo cammino di vita. Quali saranno le«cose belle» che si scopriranno quest’anno fra la Grotta e il Gave?

Quale sarà il prescelto fra i “souvenir de Lourdes”? Una candela bruciacchiata dei Flambeaux? Ancora come sempre il bagaglio del pellegrino pesa poco in valigia. Il bagaglio, quello vero, pesa nel petto, preme sullo stomaco e accelera il cuore. Ancora, con gioia, una nuova partenza, un cammino sempre nuovo, sia dietro l’oblò di un aereo o i vetri di un bus. Lasciando le abitudini della propria vita, anche per pochi giorni, ciascuno coltivi la speranza di scorgere una strada nuova, in cui parole come pace e amore siano le bentornate. E come sempre chi seguirà pellegrino da lontano, attraverso il racconto o gli scatti d una foto potrà condividere il senso di quel cammino.

di Silvana Olmo Menato Unitalsi Torino La Voce e Il Tempo 

Pubblicato il 15 Luglio 2024