Tre anni dopo il sisma dell’agosto 2016

In molti erano “pronti a partire” da qualsiasi parte d’Italia, qualunque cosa questo significasse, per assistere chi era nel bisogno. Gli unitalsiani delle zone terremotate da subito non si sono risparmiati per essere vicino ad anziani, malati e disabili ancora più duramente colpiti dal sisma. I presidenti delle Sezioni e delle Sottosezioni hanno costruito una vera e propria catena di solidarietà che in modo capillare ha portato sostegno mettendo a disposizione volontari e mezzi dell’associazione per rispondere ai bisogni concreti del territorio e aiutare ed assistere nelle operazioni di sgombero delle case di riposo. Ogni tenda nei campi di accoglienza è stato per i volontari dell’Unitalsi un piccolo Salus Infirmorum, scoprire ogni ospite di quella tenda come un nostro pellegrino da accudire e da assistere, cercare in ogni persona incontrata, sofferente e devastata dal terremoto il volto del Signore e portare loro quella forza e quella speranza che dalla Grotta di Massabielle Maria ci dona come linfa vitale per continuare il nostro cammino.

Dal 24 agosto 2016 per molti italiani dell’Umbria, del Lazio, delle Marche e dell’Abruzzo il cammino è diventato improvvisamente difficile, il futuro incerto senza i loro cari, la loro casa, le loro piccole cose e le certezze di una quotidianità, amica fedele, sono scomparse. l’Unitalsi ha cercato di dare una risposta corale, immediata e totale. Ne è testimone una coppia che alcuni volontari hanno conosciuto ad Amatrice in uno dei campi allestiti e che vogliamo condividere tre anni dopo il sisma che ha colpito il Centro Italia.

“Ci ricordiamo le prime volte che ci incontravamo nella mensa del campo ANPAS e pensavamo che tutti quelli con le giacchette, rosse, blu o gialle che siano, non stavano lì per noi ma solo per mangiarci su. Giorno dopo giorno la vostra presenza come UNITALSI prendeva sempre più consistenza, ma dato che la vita fino ad oggi ci aveva insegnato la diffidenza verso tutto e tutti non ci potevamo ancora credere che c’era qualcuno che era lì veramente per noi. Il terremoto oltre a toglierti gli affetti, la casa, la quotidianità, ti leva anche la fiducia nel futuro. Grazie a voi, che ci avete preso per mano, non siamo stati mai soli, e soprattutto, non ci siamo mai sentiti soli. Ci avete insegnato tanto, ci avete insegnato che si può sperare nel prossimo e che c’è qualcuno ancora disposto ad adoperarsi per gli altri.
Grazie di cuore a tutti i ragazzi dell’UNITALSI: GRAZIE!!”.

Foto in anteprima: Firenzepost.it

 


Pubblicato il 23 Agosto 2019