Terremoto Amatrice. L’importanza di essere fonte di speranza e di gioia per le persone

Oggi, giovedì 24 agosto, segna il 7° anniversario del terremoto di Amatrice, una delle pagine più dolorose della storia recente dell’Italia. Il sisma del 2016 ha causato centinaia di vittime e enorme distruzione ma al tempo stesso ha messo in moto una straordinaria macchina della solidarietà.
Tra i tanti volontari accorsi anche molti soci partiti dalle Sezioni regionali dell’Unitalsi.

“Questo anniversario ci ricorda l’importanza di essere pronti ad occuparsi delle persone – ha sottolineato Cosimo Cilli, vice presidente vicario Unitalsi – perché le persone sono importanti, poi quando si tratta di persone fragili, persone con disabilità, persone ammalate diventa fondamentale. I nostri progetti, ormai da più di 120 anni, nascono dal bisogno delle persone, da un’esperienza di fede, a Lourdes, dove molti ragazzi con disabilità e malati, trovano la speranza e la gioia, perché durante i pellegrinaggi si vive un’esperienza di amicizia forte, perché le persone trovano conforto nelle persone che incontrano. 

Abbiamo vissuto esperienze significative nelle emergenze a L’Aquila nel 2009, in Emilia Romagna nel 2012, ad Amatrice nel 2016. Dopo il primo soccorso e assistenza sanitaria forniti dal sistema di Protezione civile, il ruolo dell’Unitalsi, oltre a montare le tende e fornire viveri, è stato stare accanto e accompagnare le persone, accogliere gli anziani, curare l’igiene, così ci siamo occupati delle fragilità soprattutto delle persone disabili che non avevano la possibilità di muoversi, lavarsi, vestirsi.

Il compito dell’Unitalsi ad Amatrice – ha ricordato Cilli – è continuato anche dopo l’emergenza, quando i riflettori si sono spenti, abbiamo fornito supporto psicologico alle persone che continuano a vivere nel disagio, che hanno perso i cari. I nostri volontari sono, infatti, formati per dare delle risposte sul distacco, sulla morte dei propri cari. Per parlare di un’esperienza, dopo il terremoto ad Amatrice, l’Unitalsi è rimasta a servizio della popolazione per anni e con queste persone si è creato un vero e profondo rapporto di affetto.

L’Unitalsi ha il compito di accogliere la sofferenza e trasformarla in gioia, mi piace questo concetto, lo dico sempre perché è il motivo della mia appartenenza all’associazione. Io faccio parte dell’Unitalsi perché facciamo e tocchiamo con mano quanto è importante trasformare un momento di disagio in una famiglia allargata, fatta di sentimenti, volti, nomi e cognomi che poi entrano a far parte della nostra storia. Quindi anche l’esperienza drammatica, come quella di Amatrice, è stata fondamentale perché il nostro servizio è diventato punto di riferimento per persone che in quel momento vivevano disorientate”.

 

 

 

 

Pubblicato il 24 Agosto 2023