Servire nella gioia
In una quotidianità frenetica e competitiva, come quella in cui siamo abituati a vivere, è molto spesso difficile fermarsi per accogliere i sorrisi, i silenzi, le fragilità di chi abbiamo accanto, in particolare quelle dei più piccoli. E ancora più complesso è saper riconoscere e, soprattutto, non aver paura di mostrare tutte le nostre paure, le incertezze, le più umane imperfezioni aprendo con delicatezza il nostro cuore per offrirlo al prossimo e a Dio esattamente per ciò che è, uno strumento nelle Sue mani.
In questi giorni di grande grazia, umana e spirituale, abbiamo sicuramente ricevuto, attraverso le storie di tante famiglie e la purezza degli occhi di Mariana, Federico, Silvia, Giulia, Letizia e di tutti i bambini che abbiamo incontrato, molto più di quanto stavamo donando. Ed è proprio il clima fraterno del dono che ha animato l’impegno di noi volontari e ci ha accompagnato durante il pellegrinaggio, consentendoci di entrare con delicatezza nelle nostre reciproche vite, come fratelli e sorelle con gli altri, ma allo stesso tempo tra noi.
Poco per volta, sono nati e si sono consolidati legami tra persone e realtà territoriali associative sicuramente tutte valide e preziose, nonostante le nostre preziose diversità, perché insieme abbiamo risposto a quella chiamata con il nostro “Eccomi”, ognuno il suo e per tutti lo stesso, quello di Maria.
Il pellegrinaggio dei piccoli a Lourdes è stato un momento anche per riflettere su come l’Unitalsi rimanga sempre il contesto di comunione fraterna che, a prescindere dal luogo in cui viviamo, consente a ciascuno di intraprendere un viaggio dentro la parte più profonda di noi stessi e di riscoprirci ogni volta diversi quando andiamo a braccia aperte incontro ai nostri fratelli.
Nel nostro viaggio è sempre stata Bernadette a tenerci per mano con la sua tenacia, la sua pazienza ed il suo coraggio, ad accompagnarci passo dopo passo per farci scoprire la Vera Gioia, quella che ha trasformato una pietra scartata in un angolo meraviglioso e tangibile di Paradiso.
L’allegria e la gioia dei nostri piccoli pellegrini è stata una carezza per il nostro cuore e per noi che, stretti in un’unica cordata di autentica amicizia, siamo ritornati a casa con un bagaglio colmo di bellezza e grati di aver potuto essere mani aperte, braccia accoglienti, occhi amorevoli e parole di conforto, con la certezza che Maria nostra madre, è sempre lì a custodire e illuminare le nostre vite quando sono impegnate ad accarezzare il volto di Cristo per seminare un seme di speranza.
Ecco cos’è la bellezza della fraternità Unitalsiana, vivere con la certezza che quel viaggio profondo non avrà mai fine perché a cambiare per sempre sarà l’ecosistema del nostro cuore.
di Marzia Capizzi (Sezione Sicilia Orientale) e Giovanni Mastrangelo (Sezione Molisana)
Pubblicato il 29 Giugno 2025