Un convegno che interroga, provoca, apre nuove strade nella Chiesa e nella società
Si è svolto ieri tra gli eventi legati al Giubileo della Disabilità il convegno “NOI: PELLEGRINI DI SPERANZA”, promosso dal Servizio per la Pastorale delle persone con disabilità, un’occasione intensa di riflessione, ascolto e confronto sul tema della disabilità, alla luce del Vangelo e dell’esperienza concreta delle persone.
All’incontro ha partecipato il Consigliere Nazionale Roberto Maurizio, nella foto con Suor Veronica Donatello e il Presidente della Sezione Romana Laziale, Massimiliano Pezzotti.
Un termine ha fatto da filo conduttore all’evento: “provocazione”, intesa non come scontro, ma come stimolo a rivedere convinzioni e atteggiamenti radicati. Gli interventi dei relatori hanno toccato in profondità le coscienze, portando alla luce dubbi, domande e nuove prospettive.
Particolarmente toccante è stato il video introduttivo, in cui due giovani donne con disabilità hanno raccontato la propria esperienza. Una di loro ha dichiarato: “Tutti pensano che io sia fragile e che abbia bisogno di essere protetta; in realtà vorrei autodeterminarmi, avere la possibilità di fare esperienze, anche di sbagliare e, soprattutto, di poter scegliere”. L’altra ha risposto: “Non sei tu che devi cambiare, ma il modo in cui gli altri ti – anzi, ci – vedono”. Un invito potente a ripensare lo sguardo che la società e le comunità cristiane rivolgono alla disabilità.
Numerosi gli interventi istituzionali che hanno arricchito la giornata:
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Mons. Ruiz, del Dicastero per la Comunicazione, ha ricordato che “la vera ricchezza della Chiesa sta nei legami, legami che trascendono ogni limite”.
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La Ministra Alessandra Locatelli, titolare del dicastero per le Disabilità, ha esortato a superare le sole logiche normative: “Non bastano le leggi, occorre pensare in grande, essere una sfida per il futuro”.
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Barbara Rosina, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli Assistenti Sociali, ha evidenziato come “la disabilità non è una questione individuale, ma di comunità: occorre creare spazi di alleanza”.
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Bebe Vio, atleta paralimpica, ha invitato a rompere i tabù: “La disabilità se la conosci non la eviti. Bisogna cominciare da bambini, giocando e prendendosi in giro con leggerezza”.
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Oney Tapia, medaglia d’argento alle Paralimpiadi di Rio, ha condiviso la sua rinascita: “Diventare cieco è stata la mia rinascita. Ora il sorriso ha un suono, lo sento”.
A concludere l’incontro, le parole di don Gianluca Marchetti, che hanno lasciato un segno profondo: “Noi ci diciamo spesso che curare le relazioni vuol dire anche ‘darsi la mano’; e se la mano non c’è? Le mani dovremmo crearle noi, come umanità, come Chiesa. D’altra parte, le mani stesse di Gesù erano inchiodate alla croce ma abbracciavano l’umanità intera”.
Il convegno si è così rivelato un momento prezioso per guardare con occhi nuovi alla disabilità, come occasione di incontro, cambiamento e autentica comunione. Un passo deciso verso una Chiesa davvero inclusiva, dove nessuno resta ai margini.
Pubblicato il 29 Aprile 2025