DIELLA, L’ESPERIENZA DEL PELLEGRINAGGIO CON I MALATI SIA CENTRALE A FATIMA COME A LOURDES

FATIMA (PORTOGALLO) – Con l’intervento di Antonio Diella, presidente nazionale dell’UNITALSI si è aperta la terza giornata del convegno medici dell’Unitalsi. "Come associazione – ha spiegato – noi abbiamo deciso di rilanciare l’esperienza del pellegrinaggio con la convinzione che questo sia la chiave di volta del nostro carisma. In particolare a Fatima come in Terra Santa e a Lourdes dobbiamo considerare l’esperienza del pellegrinaggio con i malati come il fatto centrale della nostra vita associativa, da cui nasce una nuova storia di impegno e carità. Senza questo nulla avrebbe senso nell’Unitalsi". "Questo convegno – ha aggiunto – è l’occasione per ragionare su come essere «associazione» anche qui a Fatima, dove quest’anno saranno numerosi i pellegrinaggi unitalsiani. Anche l’operatore sanitario deve sapere condividere l’esperienza del pellegrinaggio con i malati andando oltre il solo servizio. In questo contesto il pellegrinaggio diviene un’esperienza dell’INSIEME e non dell’IO. Per questo, pur con le dovute differenze, ogni Santuario ci dice che Cristo è il centro di tutto e di ogni nostra azione".
Diella ha anche sottolineato come "Fatima e Lourdes siano legate a distanza dalle storie diverse di piccoli che hanno sofferto e sono stati nelle difficoltà per essere diventati i protagonisti di un rapporto speciale con la Vergine, che attraverso loro ci ha dimostrato che Dio predilige i più piccoli e più deboli".
"In tale contesto – ha sottolineato – le apparizioni della Vergine sono sempre vicine alle tribolazioni dell’uomo. È un segno meraviglioso di come Dio si incarni nella storia dell’uomo attraverso Maria che interviene, a Fatima e a Lourdes, con un messaggio calato e vicino al momento storico ed esistenziale del mondo e di ognuno di noi".
"Da unitalsiano – ha affermato – voglio sottolineare quanto le figure dei tre pastorelli siano emblematiche per tutta la nostra associazione: Francesco che sparisce rispetto all’esposizione al mondo perché aveva preso il meglio per sé con l’Adorazione di Gesù nascosto; Giacinta che ha saputo accogliere con fede anche la malattia; Lucia che ha scelto con serenità la missione della clausura continuando a incarnare e testimoniare il messaggio delle apparizioni. In tutti e tre troviamo un punto di riferimento per il nostro essere unitalsiani nel quotidiano".
Ancora Diella ha specificato come "la vita della nostra associazione sia fatta proprio per non lasciare nessuno indietro, camminando insieme pur nelle difficoltà, come Giacinta, Francesco e Lucia, guardando a Maria come punto di rifermento. È il luogo dove ci si incontra per costruire un percorso di bellezza nella nostra vita. In questo voi medici avete una doppia responsabilità: prima di tutto nel sapere accogliere cercando nel malato il volto di Cristo facendovi carico delle loro sofferenze e preoccupazioni. Solo cosi potremo dire che ci siamo trasformati in veri strumenti della misericordia di Dio".
"La nostra storia parla – ha concluso Diella – di un’associazione come l’Unitalsi che da oltre 114 anni testimonia sempre con l’annuncio e con il servizio, vissuto come un’esperienza di comunione e non di ricerca di un ruolo. È questo il messaggio che ereditiamo da Fatima e da Lourdes: sapere essere strumenti dell’amore di Dio per l’uomo dimostrando che l’Unitalsi è un luogo di felicità e di gioia che accoglie".
Nella prima mattinata il gruppo ha preso parte alla Santa Messa in lingua italiana che è stata concelebrata da Don Carmine Arice nella cappellina delle «Apparizioni». 


Pubblicato il 3 Aprile 2017