Auguri, Unitalsi!

Caro Gesù Bambino,

sono arrivato finalmente al presepio.

Scusami se quest’anno non arrivo saltellando di allegrezza, ma trascinando i piedi e con le spalle un po’ curve.

E’ che quest’anno è stato un po’ pesante e la vita si è caricata di inaspettate sofferenze e di non poche amarezze.

So che queste cose non dovrei dirle, perché da me ci si aspetta sempre messaggi di forza e di coraggio altrimenti, direbbe qualcuno, che Presidente sei?! Mah … io ho sempre diffidato di quelli che sembrano “invulnerabili nella vita”, che scrivono e parlano dicendo “io..io..io” e così sembrano parlarsi allo specchio, di coloro che si ergono a strenui “difensori” della loro verità usando la brutalità delle parole e dei gesti; e diffido anche di me, quando mi scopro incapace di ammettere di aver ferito qualcuno e di aver bisogno di aiuto e di amicizia, nonostante il mio carattere poco incline alle confidenze e alle lunghe telefonate amicali.

Sono stanco, Bambino Gesù; sono stanco di questa violenza dei piccoli e grandi gesti che vedo diventare l’unico modo per presentare le proprie idee e le proprie scelte, quasi che il vero obiettivo sia abbattere gli avversari piuttosto che creare condizioni per una vita migliore; sono stanco di scambiare l’essere volontario con la pretesa di non assumere impegni; sono stanco di dovermi difendere da chi fa la strada con me e allo stesso tempo dissemina volutamente di ostacoli il cammino; sono stanco delle furbizie nascoste sotto gli abbracci affettuosi, della verità che urla offese, delle strategie per il potere; sono stanco di vedere i poveri sempre più poveri, la sofferenza di molti usata per il successo di pochi, la nostalgia trasformata in futuri impossibili, la giustizia diventare un ricordo; sono stanco di certa Chiesa che vede dappertutto nemici e finisce per ridurre la verità evangelica della pace disarmata nelle parole e nei gesti ad una sorta di favoletta buona solo per i bambini; sono stanco della mia piccola fede, che invece di spostare le montagne non riesce nemmeno ad asciugare con la carità le lacrime di tanti prigionieri nelle periferie della vita.

Ecco, te l’ho detto! Scusami Gesù Bambino. Sono sicuro che almeno Tu sorriderai a queste mie parole e non parteciperai  alla “catena di Sant’Antonio” dello sberleffo e della critica.

E allora fammi sedere  vicino a te, in questo presepe della vita dove Tu continui ad essere nella mangiatoia della storia per farti pane per tutti.

Scusami se non mi inginocchio, come le statuine del mio presepe di bambino, perché –te l’ho detto- sono stanco; ma fammi sedere vicino a Te, perché ho bisogno di Te. E quanto più mi sento debole, tanto più mi rendo conto che solo Tu puoi davvero essere forza di vita e cambiamento per me.

Dai, Gesù Bambino ! Accarezza con le tue manine questa mia testa carica di preoccupazioni, di pensieri anche oscuri, di piccole e grandi gioie improvvise che non riesco a trattenere e infondimi pensieri di pace e di mitezza, perché non ceda alla tentazione dell’arroganza della responsabilità; tocca le mie labbra, perché sappiano cantare solo lo spartito delle note di pace; mettile sui miei occhi, perché il mio sguardo non dubiti dell’orizzonte di bellezza e di verità verso cui stai conducendo il mondo;  accarezza il mio cuore, perché diventi “casa di pace” e di impegno di carità; prendi le mie mani, perché si aprano all’accoglienza verso tutti e sappiano costruire percorsi di tenerezza; sorridi alla mia associazione di cui spesso ti parlo, perché sia un luogo dove incontrarsi e incontrarti, e perché continui a darci il coraggio di essere pellegrini verso un Incontro che ci sorprenderà per la sua eternità di vita.

Beh … è tempo di andare, Gesù Bambino; si sta bene qui con Te, insieme a quel dono straordinario che ci hai fatto che è Tua madre; ma so che devo andare altrove, lì dove per Te è difficile arrivare, perché sei il Dio fattosi piccolo che ha bisogno anche di persone deboli come me per incontrare gli uomini.

Ma con il calore di vita che sempre ci doni, nessuna tempesta di freddo potrà congelare la nostra speranza.

Grazie Gesù Bambino.

Auguri, Unitalsi!

(Antonio Diella, Presidente nazionale)

 

Pubblicato il 24 Dicembre 2019