Nel 2016 oltre 35.000 persone si sono affidate all’UNITALSI per vivere l’esperienza del pellegrinaggio. Di queste, 8.300 erano malate e spesso affette da più di una patologia.
Le malattie che sono state riscontrate nel numero maggiore di casi, il 52,9%, sono quelle del sistema cardiovascolare, seguite da quelle neurologiche, 38,4%, da quelle del tessuto connettivo, 36,2%, e da quelle psichiatriche, 27,5%.
Sono questi alcuni dati presentati durante l’incontro degli Operatori Sanitari a Lourdes, in occasione della seconda settimana del Pellegrinaggio Nazionale. Hanno partecipato all’incontro: Mons. Luigi Bressan, assistente ecclesiastico nazionale dell’UNITALSI, Antonio Diella, presidente nazionale UNITALSI, e Federico Baiocco, responsabile nazionale dei medici UNITALSI.
Per quanto riguarda la fascia d’età delle persone malate che hanno partecipato ai pellegrinaggi dell’UNITALSI, la maggior parte (il 24%) ha fra i 70 e i 79 anni, il 20% oltre 80 anni, il 15% fra i 55 e i 64 anni e il 12,5% fra i 45 e i 54 anni.
"È evidente – ha dichiarato Federico Baiocco – come la figura del medico unitalsiano sia importantissima in un contesto di pellegrinaggio. In tale contesto il medico diviene una presenza discreta che risponde al bisogno consapevole che la presenza è la cosa più importante nell’assistenza della persona. A poco a poco il ruolo del medico si consolida in una figura chiamata ad accogliere più che curare. Per svolgere al meglio il nostro servizio dobbiamo seguire 3 prospettive: quella professionale, cioè vedere e riconoscere la sofferenza dell’altro, quella umana, stando accanto alla persona mediante l’ascolto, e quella cristiana, che ci chiama a servire con gli altri per proporre un cammino anche religioso che se non può liberare l’uomo dal male fisico e morale può quantomeno non farlo sentire in solitudine".
Pubblicato il 29 Settembre 2017