Il Santo Padre ci invita a fare nostra la logica del Presepe, logica di incontro, vicinanza, prossimità e pace.
Papa Francesco, ieri, durante i Vespri della Solennità di Maria Santissima Madre di Dio che si sono conclusi con il Te Deum di ringraziamento, ci ha ricordato che il presepe invita a fare nostra la logica divina, «non centrata sul privilegio, sulle concessioni, sui favoritismi», ma sulla piccolezza e fragilità di un neonato in fasce che ci mostra la potenza di Dio che è dono, offerta e opportunità per creare una cultura dell’incontro e della pace. Cristo ha voluto essere vicino a tutti quelli che si sentono perduti, mortificati, feriti, scoraggiati, sconsolati e intimiditi. Come possiamo non sentirci chiamati in causa in prima persona?
«Il presepe ci invita a fare nostra questa logica dell’incontro, della vicinanza e della prossimità».
L’augurio più bello che oggi, giorno in cui si celebra la 50a Giornata Mondiale della Pace, possiamo fare a noi stessi ed alla nostra Associazione è quello di guardare il presepe diventando parte dell’opera di Dio che ci chiede di lasciarci coinvolgere ed accogliere con coraggio e determinazione il nostro futuro dove la carità deve prevalere. Così ogni giorno dell’anno che oggi comincia potrà essere testimone del nostro impegno verso chi ha bisogno di noi a casa ed in pellegrinaggio, nel pieno rispetto della dignità di ogni essere che incontriamo, impegno speso in prima persona perché il futuro dell’Unitalsi e di ciò in cui crediamo dipende da ognuno di noi.
Papa Francesco, ieri, durante i Vespri della Solennità di Maria Santissima Madre di Dio che si sono conclusi con il Te Deum di ringraziamento, ci ha ricordato che il presepe invita a fare nostra la logica divina, «non centrata sul privilegio, sulle concessioni, sui favoritismi», ma sulla piccolezza e fragilità di un neonato in fasce che ci mostra la potenza di Dio che è dono, offerta e opportunità per creare una cultura dell’incontro e della pace. Cristo ha voluto essere vicino a tutti quelli che si sentono perduti, mortificati, feriti, scoraggiati, sconsolati e intimiditi. Come possiamo non sentirci chiamati in causa in prima persona?
«Il presepe ci invita a fare nostra questa logica dell’incontro, della vicinanza e della prossimità».
L’augurio più bello che oggi, giorno in cui si celebra la 50a Giornata Mondiale della Pace, possiamo fare a noi stessi ed alla nostra Associazione è quello di guardare il presepe diventando parte dell’opera di Dio che ci chiede di lasciarci coinvolgere ed accogliere con coraggio e determinazione il nostro futuro dove la carità deve prevalere. Così ogni giorno dell’anno che oggi comincia potrà essere testimone del nostro impegno verso chi ha bisogno di noi a casa ed in pellegrinaggio, nel pieno rispetto della dignità di ogni essere che incontriamo, impegno speso in prima persona perché il futuro dell’Unitalsi e di ciò in cui crediamo dipende da ognuno di noi.
Pubblicato il 1 Gennaio 2017