Novant’anni di storia, quelli dell’Unitalsi Toscana, celebrati con un convegno nel Salone dei 500, in Palazzo Vecchio, a Firenze, e una Santa Messa concelebrata e presieduta da monsignor Italo Castellani, che dell’associazione è l’assistente regionale, nella Basilica di San Lorenzo.
E il saluto di Carlo Conti, che non è voluto mancare in un’occasione così importante per sottolineare l’impegno dei volontari unitalsiani e “ripromettendosi”, in un futuro neanche tanto lontano, di provare l’esperienza di un pellegrinaggio a Lourdes. Questa, in estrema sintesi, la giornata di domenica 27 ottobre, che ha visto l’Unitalsi Toscana festeggiare con le persone care, con amici importanti, ricordando anche chi ci ha preceduto in questa vita, non solo associativa, in un cammino di servizio e di fede. Novant’anni vissuti sempre con il sorriso, anche di fronte alla difficoltà, e che ha visto la Toscana, come ribadito dal presidente regionale Roberto Torelli, “avere un ruolo fondamentale nel desiderio di vedere fiorire, una volta tornati a casa, nella vita quotidiana, lo spirito vissuto nei pellegrinaggi.
Grazie anche al contributo di un gruppo giovanile che, negli anni Settanta, ha detto la sua per far crescere l’Unitalsi con una sempre maggiore attenzione per tutti: i giovani, i pellegrini, i nostri fratelli disabili, il personale”. Novant’anni per ricordare chi non c’è più ma che nell’Unitalsi Toscana ha fatto davvero tanto. Novant’anni per mettere in risalto anche chi invece dell’associazione fa sempre parte e ne ha fatto uno stile di vita. Oltre che una lunga militanza. Novant’anni, come detto dall’assessore al welfare del Comune di Firenze, anche lui con un passato da unitalsiano, Alessandro Martini, racchiusi “nelle tre parole che caratterizzano un’associazione come l’Unitalsi: incontro, testimonianza e miracolo, in un tempo, fra l’altro, in cui è difficile coltivare relazioni umane e fraternità”.
Novant’anni per ribadire, come ha fatto il presidente nazionale Unitalsi Antonio Diella, che “questa è una storia di persone e di volti, una storia… di storie vissute. E questo dobbiamo continuare a essere, fedeli a un cammino e a un’identità”. Novant’anni, “perchè qui, – ha detto monsignor Castellani – oltre a vivere una bellissima esperienza umana, si imparano lo spirito di fraternità e di servizio, perchè possa sparire ogni forma di solitudine”. Novant’anni per guardare avanti perchè l’Unitalsi Toscana non intende certo fermarsi qui, anzi. E vuole ritrovarsi qui fra altri novant’anni perchè “quella che abbiamo la fortuna di vivere – ha concluso Torelli – è un’associazione meravigliosa, fatta di condivisione, servizio e in un percorso di fede”.
Pubblicato il 28 Ottobre 2019