Il patriarca latino di Gerusalemme, card. Pierbattista Pizzaballa, accoglie con favore l’accordo di cessate il fuoco tra Hamas e Israele, definendolo “una bella notizia” e un primo passo verso la pace. Tra i punti chiave: il rilascio degli ostaggi, il ritiro dell’esercito israeliano e l’avvio di corridoi umanitari per Gaza.
“Indubbiamente è una bella notizia. La strada verso la pace è lunga ma bisogna cominciare in qualche modo. Questi gesti, soprattutto la liberazione degli ostaggi e dei prigionieri, il parziale, almeno iniziale ritiro dell’esercito israeliano, danno quella fiducia necessaria per continuare”.
Con queste parole rilasciate al Sir il patriarca latino di Gerusalemme, Card. Pierbattista Pizzaballa, commenta l’accordo sul cessate il fuoco tra Hamas e Israele siglato nella notte in Egitto. “Questa prima fase ne aprirà delle altre – aggiunge il patriarca – e creerà un clima nuovo che aiuterà anche nella distribuzione degli aiuti. Tornare alla normalità, alla vita ordinaria non si potrà ancora perché la situazione è disastrosa – conclude – ma è necessario cominciare a ripensarla”. Dello stesso avviso Anton Asfar, Segretario generale di Caritas Jerusalem:
“Si tratta di una grande notizia. Aspettiamo con ansia i chiarimenti sui corridoi umanitari e iniziamo a costruire anime umane in Terra Santa”.
Prima fase. L’accordo raggiunto comprende, in questa prima fase, il ritiro dell’esercito israeliano e il rilascio dei 20 ostaggi ancora vivi (28 sarebbero quelli morti, ndr.), forse già in questo fine settimana. Secondo Hamas, verranno liberati 20 ostaggi in cambio di 1950 prigionieri palestinesi, di cui 250 condannati all’ergastolo. Restano, tuttavia, ancora da discutere temi spinosi, come il disarmo di Hamas e la futura governance di Gaza, dove la notizia è stata accolta con festeggiamenti in strada, balli e canti come mostrano molti video che circolano nella rete. Dalla Striscia giungono anche notizie che bombardamenti israeliani sono continuati per tutta la notte su Gaza City e Khan Yunis.
Trump su Truth. “Sono orgoglioso di annunciare che Israele e Hamas hanno entrambi firmato la prima fase del nostro piano di pace. Ciò significa che tutti gli ostaggi saranno rilasciati molto presto e Israele ritirerà le sue truppe secondo una linea concordata, come primo passo verso una pace forte e duratura”, scrive Donald Trump sul suo social media Truth. “Questo è un grande giorno per il mondo arabo e musulmano, Israele, tutte le nazioni circostanti e gli Stati Uniti d’America – aggiunge il presidente Usa -. Ringraziamo i mediatori di Qatar, Egitto e Turchia, che hanno collaborato con noi per rendere possibile questo evento storico e senza precedenti. Benedetti gli operatori di pace”. “Con l’aiuto di Dio, riporteremo tutti a casa”, è stato il commento di Benyamin Netanyahu che ha convocato il parlamento per approvare il piano. Hamas, dal canto suo, ha confermato che l’accordo raggiunto “dopo negoziati responsabili e seri che il movimento ha condotto insieme alle fazioni” determina “la fine della guerra a Gaza, il ritiro dell’esercito israeliano (Idf), l’ingresso di aiuti e lo scambio di prigionieri”. Sia il movimento islamista che il premier israeliano, Netanyahu, hanno ringraziato il presidente Usa per la mediazione. Da Hamas anche la richiesta a Trump di fare pressione su Israele perché rispetti i termini dell’accordo.

Reazioni. Soddisfazione per la sigla dell’accordo è stata espressa dal segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, che ha invitato tutte le parti a “rispettarne pienamente” i termini. “Tutti gli ostaggi devono essere rilasciati in modo dignitoso. Deve essere garantito un cessate il fuoco permanente. I combattimenti devono cessare una volta per tutte”, ha ribadito Guterres sottolineando che “deve essere garantito l’ingresso immediato e senza ostacoli di aiuti umanitari nel territorio devastato dalla guerra”. La firma dell’accordo è stata accolta dal Forum delle famiglie degli ostaggi (Hostages Families Forum) “con un misto di entusiasmo, attesa e preoccupazione”. In un comunicato diffuso poco fa si legge:
“Accogliamo con favore la firma di questo accordo, concepito per riportare a casa tutti gli ostaggi: i vivi per la riabilitazione con le loro famiglie e i defunti per una degna sepoltura in patria”
Il Forum esprime “profonda gratitudine” al Presidente Trump e alla sua squadra “per la leadership e la determinazione che hanno portato a questa svolta storica: la fine della guerra e un accordo globale per il rientro di tutti gli ostaggi”. Poi la richiesta al Governo israeliano di riunirsi immediatamente per approvare l’accordo. Qualsiasi ritardo potrebbe avere un impatto pesante sugli ostaggi e sui soldati. Ci sono 48 ostaggi detenuti da Hamas. Il nostro obbligo morale e nazionale – conclude il Forum nel comunicato – è riportarli tutti a casa, sia i vivi che i defunti. Il loro ritorno è essenziale per la guarigione e la ripresa dell’intera società israeliana. Non ci fermeremo finché l’ultimo ostaggio non tornerà a casa”.
Bilancio. L’accordo arriva a due anni dal lancio, da parte di Israele, della campagna militare a Gaza in risposta all’attacco terroristico del 7 ottobre 2023, in cui Hamas ha ucciso circa 1.200 persone e ne ha preso in ostaggio altre 251. Da allora, almeno 67.183 palestinesi sono stati uccisi dall’esercito israeliano a Gaza, tra cui 20.179 bambini, secondo il ministero della Salute palestinese gestito da Hamas.
di Daniele Rocchi, agensir.it foto Calvarese, Sir e Afp
Pubblicato il 9 Ottobre 2025