L’Arcivescovo: “Gli anni di ministero sono stati un’abbondanza incalcolabile di grazie. Abbiamo buone ragioni per essere grati”.
La Conferenza episcopale lombarda si è riunita a Caravaggio per l’XI edizione dell’incontro regionale con i sacerdoti anziani e malati, organizzato dall’Unitalsi Lombarda e dalla Fondazione Opera Aiuto Fraterno per quei presbiteri (ne erano presenti un centinaio) giunti all’”autunno” della vita e che, malgrado il peso degli anni e la malattia, sentono di non aver “terminato la corsa”. Il loro sguardo esprime tutta la gioia derivante dall’aver mantenuto fede alle promesse fatte al loro Vescovo nel giorno dell’ordinazione sacerdotale.
Una giornata caratterizzata da gioia e gratitudine, il cui cuore è stata la Messa nel Santuario, presieduta da monsignor Mario Delpini, Arcivescovo di Milano e Metropolita della Lombardia, affiancato dagli altri presuli. La celebrazione ha avuto inizio con il saluto del Vescovo di Cremona, monsignor Antonio Napolioni, nella cui diocesi si trova il Santuario: «È una bella tradizione che vede i Vescovi di Lombardia, guidati con sapienza e simpatia dall’Arcivescovo Mario, concelebrare con uomini carichi di esperienza, saggezza, e magari anche sofferenza personale, e di tanto popolo di Dio servito in lunghi anni di ministero».
È seguito il saluto dell’Arcivescovo, che ha ringraziato gli artefici dell’evento: «In questo Santuario, che l’intraprendenza del Vescovo di Cremona e la lucidità dei Vescovi di Lombardia ha designato come Santuario regionale, la Madonna accoglie tutti i pellegrini della regione, ma soprattutto i preti». E ha aggiunto: «I Vescovi, come al solito, hanno avuto un’idea molto originale e quindi, per dare il benvenuto ai preti anziani e ammalati, sono diventati anziani anche loro… Il fatto che ogni anno ci avvicina all’età del ritiro, della pensione, ci rende confratelli e quindi possiamo veramente vivere questa celebrazione, che è ormai tradizionale, con la particolare intensità di un momento giubilare». I sacerdoti hanno partecipato con intensità e commozione alla liturgia, avendo modo di ripensare al loro cammino sacerdotale. Un ricordo diventato vivo quando nell’omelia monsignor Delpini ha detto: «Sentire il peso della vita. Custodire una sensazione di mortificazione, di frustrazione, di inadeguatezza: avrei potuto fare… avrei potuto dire… avrei potuto tacere… avrei potuto prepararmi… avrei potuto perdonare. Gli anni di ministero sono stati un’abbondanza incalcolabile di grazie. Abbiamo buone ragioni per essere grati». E ha continuato: «Celebriamo il Giubileo per sentirci dire con verità: deponi il tuo peso, accogli il perdono, la remissione delle colpe e delle pene. Sei perdonato, guarito, non stare a tormentarti con i suoi sensi di colpa. Rivolgi lo sguardo a Gesù, ricevi la carezza di Maria, accogli la parola che salva, guarisce, conforta». E ha quindi concluso, accostando la gioia del perdono al vino di Cana, pensando alle parole di Maria («qualsiasi cosa vi dica, fatela») e aggiungendo: «Anche a noi, peccatori perdonati, discepoli che perdonano, si rivolge il saluto commovente e sorprendente: rallegrati, piena di grazia».
Alla conclusione della Messa è stato letto un messaggio giunto dal cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, con la benedizione di Leone XIV alla Giornata. Alla celebrazione è seguito un momento di convivialità e di festa con il pranzo nel refettorio del Centro di spiritualità, servito da Unitalsi e anche quest’anno offerto dalla Pellegrini spa, il cui fondatore Ernesto Pellegrini, recentemente scomparso, è stato ricordato dal presidente regionale dell’Unitalsi Luciano Pivetti, che ha espresso «speranza, ma anche certezza di continuare ad avere dal Signore nuovi operai per la sua messe».
servizio di Gianni Giussani, chiesadimiliano.it
Pubblicato il 19 Settembre 2025