L’Unitalsi di Rimini festeggia a Casale una storia di fede e umanità. Dai pellegrinaggi a Lourdes ai trasporti in Diocesi, un prezioso servizio.
C’è un treno che parte senza fretta, ma porta con sé un carico prezioso: volti segnati dal dolore e cuori pronti ad accoglierlo. È bianco, come la speranza che non si arrende. Parte da Rimini da quasi un secolo e ogni volta è come se fosse la prima. È il treno dell’Unitalsi, che da 90 anni attraversa il tempo e le fragilità, per portare ammalati, volontari e sogni verso Lourdes e altri santuari, là dove la fede incontra la carne ferita e la solleva. Chi ha visto anche solo una volta partire quei pellegrinaggi sa che non si tratta semplicemente di “ viaggi della speranza”, ma di un vero cammino di umanità. Dietro ogni partenza, c è una storia, una mano che stringe un altra, una preghiera che non chiede miracoli ma compagnia, una carezza che asciuga le lacrime senza far rumore.
Oggi, la sottosezione di Rimini dell’Unitalsi festeggia una tappa speciale: 90 anni di presenza sul territorio. Un secolo, una storia che ha attraversato il Novecento, la guerra, la ricostruzione, la modernità e le nuove povertà. Un secolo fatto di treni bianchi, di carrozzine spinte con amore, di mani intrecciate tra pazienti e volontari, di lacrime e sorrisi, di fede silenziosa e operosa. Era il 1935 quando don Giuseppe Stefani diede vita a Rimini alla sottosezione Unitalsi, affiancato da Ester Pasquinelli, Marina Vasini e altri soci fondatori come Renato Giorgetti. Appena un anno dopo, nel settembre 1936, il primo storico pellegrinaggio a Lourdes. Poi, la Seconda Guerra Mondiale interruppe quel cammino nascente, distruggendo documenti e memorie. Ma non l anima. Quella ripartì nel 1946, con slancio rinnovato. Negli anni successivi, l’associazione ha messo radici profonde nella diocesi: nascono i gruppi a Savignano ( 1947), San Mauro Pascoli ( 1948), Sogliano ( 1949), San Martino dei Mulini ( 1950), Santarcangelo ( 1951), Cattolica ( 1953), Morciano ( 1954), Riccione ( 1967), Villa Verucchio (1960), Casinina, Bellaria. Una presenza capillare, silenziosa, operosa.
Cesarino Lombardini è stato tra i volti più longevi dell’associazione, fino alla sua scomparsa. “ Sono entrato in Unitalsi nel 1960, grazie a mia nonna che pagava per me i viaggi. Portavo i malati in spalla, sui Treni Bianchi per Loreto. – raccontava Cesarino – C’erano centinaia di persone da tutta la regione. Con me c erano volontari straordinari: l’infermiera Mingazzini, il ragionier Vanzolini che offriva il pulmino e l’autista, don Sisto, il dottor Donati. Erano tempi diversi, ma la dedizione era la stessa”. Oggi come allora, l’Unitalsi continua a offrire vicinanza concreta: pellegrinaggi a Lourdes e Loreto, accompagnamento e trasporto di anziani e disabili, assistenza domiciliare, soggiorni estivi, emergenze sociali. La Giornata nazionale, con la tradizionale vendita delle piantine di ulivo a marzo, sostiene queste attività. L’ultimo pellegrinaggio ha portato 120 persone a Lourdes. La festa per i novant’anni della sottosezione riminese di Unitalsi sarà celebrata al Santuario della Madonna della Visitazione, a Casale di San Vito, con una messa celebrata domenica 6 luglio alle ore 11 dal Vescovo di Rimini, dal vicario generale don Maurizio Fabbri e dall’assistente spirituale don Valerio Celli. Al termine verrà portato in tavola un pranzo fraterno. Attualmente, la sottosezione di Rimini conta circa 200 soci, di cui una trentina attivi nei diversi servizi e una struttura organizzata: un presidente, un vicepresidente, cinque consiglieri, responsabili per i pulmini, la protezione civile, gli animatori, il personale sanitario. L’assistente spirituale diocesano è don Valerio Celli che proprio quest anno festeggia i suoi primi 25 anni in Unitalsi. Una realtà viva, diffusa nei vicariati della Diocesi, da Savignano a Cattolica, da Santarcangelo a Morciano. Tra i soci più giovani e attivi ci sono Filippo De Silvestri e Mario Goffredo Nardini: tra gli altri servizi, lo trovate sempre presente al sabato alla messa all Asp Valloni. Dal giugno dello scorso anno, Unitalsi Rimini ha una nuova sede, ospitata dalla parrocchia della Colonnella che ha messo a disposizione anche il parcheggio per la flotta Unitalsi (tre pulmini attrezzati con alza carrozzina e una Fiat Panda). “ Ci troviamo benissimo nella nuova sede. – assicura la presidente Margherita Lombardi – Siamo stati accolti dalla parrocchia e cerchiamo di ricambiare partecipando anche alle loro iniziative”. La sede di via Flaminia 96 è aperta al lunedì, mercoledì e venerdì dalle 15 alle 18, risponde ai numeri telefonici 349.9737971 e 338.9338240.
“Siamo un ente che accoglie anche i giovani interessati al Sevizio Civile” aggiunge la presidente. È a Margherita che Valentino Antonelli, per dodici anni presidente della sottosezione, ha passato il testimone. “Non mi sono ritirato, – racconta – ho solo lasciato il posto. Sono stati anni bellissimi e intensi, fatti di soddisfazioni, ma anche di dolori e fatiche. In questo pellegrinaggio della vita il cristiano deve saper ascoltare la voce dell’altro, come nel racconto di Emmaus: camminare insieme, trasformare il transito in dimora. È questo il senso del servizio”. Antonelli non ha avuto un cammino semplice. “Ho conosciuto l’Unitalsi nel 1980, dopo una malattia difficile e un viaggio a Lourdes. Ma è nel 2005 che tutto è cambiato: mio cognato Cesarino mi chiese di accompagnarlo una notte per trasportare un malato. Ho detto sì, e da allora è stato un crescendo. Nel 2010 sono diventato presidente. Ho cercato di mettere a disposizione ciò che avevo, con buona volontà e qualche idea. Ho trovato una squadra meravigliosa. E oggi, dopo novant anni, possiamo dire che questa storia continua a camminare su gambe forti”. E su cuori leggeri, potremmo aggiungere. Cuori che, come quelli di Mina Pollarini e della sua amica, ad esempio testimoni viventi di questa avventura, sanno ancora emozionarsi alla partenza di ogni pellegrinaggio, di ogni attività. Perché l’Unitalsi non è solo un associazione: è un abbraccio, un viaggio condiviso, un modo concreto di vivere il Vangelo accanto a chi soffre. È il treno bianco che continua a passare, da novant anni, con il suo carico di amore, speranza e silenziosi miracoli quotidiani.
Paolo Guiducci, Il Ponte
Pubblicato il 7 Luglio 2025