Lourdes, dicono i volontari, cambia la vita, proprio come è successo al fondatore dell’associazione
A Castellanza il gruppo, che fa parte della sottosezione di Busto Arsizio, si è costituito nel 1952 grazie ai ragazzi dell’oratorio. Oggi la sottosezione con sede in via San Camillo 3 conta 34 iscritti che, come raccontano i volontari Maurizio Fadini (il responsabile), Milvia Cortiana, Miriam Valsecchi ed Ernesto Landini, prestano servizio ai malati della comunità, partecipano ad incontri di formazione e catechesi e organizzano pellegrinaggi non solo a Lourdes, ma anche in altri luoghi santi, vicini e lontani.
«Allestiamo anche dei banchetti – spiega Fadini – per raccogliere fondi in modo da porter aiutare chi ha bisogno e portare in pellegrinaggio anche chi non ce la fa economicamente, i malati della comunità e gli anziani della casa di riposo Fondazione Giulio Moroni». Di solito il pellegrinaggio annuale nel paese ai piedi dei Pirenei viene effettuato ad agosto o ad ottobre. A Castellanza l’Unitalsi è conosciuta, secondo i volontari, e «la città – dicono – ci vuole bene».
Tasto dolente sono però i giovani perchè mancano. «Forse – questa una possibile spiegazione secondo il responsabile del gruppo – ciò avviene perché la Chiesa non è più l’unico punto di riferimento».
«Inoltre – aggiunge Landini – manca un movimento vero e proprio, bisognerebbe coinvolgere i ragazzi a livello scolastico. Anche perché chi viene a Lourdes poi ci torna. Vedere persone che non stanno bene e che sorridono è uno stimolo a ripensare al proprio essere e alle priorità». E poi in queste trasferte, sottolineano ancora i volontari, si sentono tanto due espressioni che normalmente si usano poco: per favore e grazie.
La bellezza del pellegrinaggio e del servizio
L’aspetto più bello dell’andare a Lourdes? «Tornarci, – Landini non ha dubbi – ho visto persone che non volevano assolutamente venire e che sono cambiate totalmente».«Il pellegrinaggio a Lourdes – aggiunge Fadini – è un premio che corona un anno di servizio qui».
Sul volantino informativo del gruppo di Castellanza è ben riassunto il motivo della presenza accanto a chi è nel dolore: “perché abbiamo provato quanto sia bello prestare le proprie gambe a chi non cammina, le nostre braccia a chi non può abbracciare e la nostra voce a chi non sa esprimere la sua gioia”.
Pubblicato il 22 Aprile 2025