Durante i primi anni del secondo conflitto bellico la presidenza unitalsiana regionale formalizzò la costituzione della nostra sottosezione, che si impegnò fin da subito nell’organizzazione di diverse iniziative grazie alla dedizione di volenterosi parrocchiani, tra cui la famiglia di Giuseppe Colombo.
L’11 febbraio 1939 con una Messa solenne nell’attuale santuario (allora chiesa parrocchiale) venne di fatto riconosciuta nella nostra chiesa locale la presenza dell’associazione Unitalsi, che nell’aprile dello stesso anno organizzò un pellegrinaggio a Caravaggio a cui aderì un centinaio di medesi. Per la costituzione ufficiale da parte dell’Unitalsi centrale del gruppo medese fu però necessario attendere ancora qualche anno. Nel frattempo, il nuovo parroco don Marcello Gianola, parroco di Meda dal 1939 al 1958, strinse una proficua collaborazione con la sottosezione di Monza, appoggiandosi ad essa per i pellegrinaggi a Lourdes.
Nell’aprile del 1941 don Gianola inviò all’Unitalsi lombarda una richiesta scritta: «Nell’unico intento di sviluppare maggiormente nella parrocchia e nella plaga il culto della Madonna di Lourdes» chiedeva direttamente alla presidenza regionale l’autorizzazione a costituire in Meda «un gruppo che possa svolgere efficace lavoro di propaganda. Non difettano elementi volenterosi che conoscono e amano l’Opera anche per essersi recati varie volte a Lourdes, a Loreto, a Caravaggio sempre con pellegrinaggi unitalsiani».
La sezione lombarda dell’Unitalsi con delibera del 30 maggio 1941 dichiarava costituita la sottosezione medese che comprendeva, come campo di azione, anche le pievi di Mariano Comense, Cantù e Seveso; chiamava ad assumerne la presidenza il parroco di Meda don Marcello Gianola, mentre don Angelo Alberti fu scelto come vicepresidente e il signor Giuseppe Colombo come segretario (la lettera contenente la delibera portava il timbro del 10 luglio 1941). Tuttavia durante il periodo bellico le formazioni di Meda, Cantù e Mariano Comense vennero aggregate all’Unitalsi monzese.
Nel 1944 don Marcello Gianola volle una migliore sistemazione della grotta acquistando una nuova statua della Vergine (quella venerata ancora oggi) e di Bernardette, eseguite con tutta la perizia necessaria dalla scuola d’arte Beato Angelico di Milano.
Il 25 luglio dello stesso anno istituì la prima Giornata dell’ammalato, che ancora oggi viene riproposta ogni anno a settembre con eventi presso la grotta di piazza Cavour alla presenza di ammalati, famigliari, dame, barellieri e fedeli.
Da Giuseppe a Piero, una storia di famiglia nel nome di Maria e dell’Unitalsi Dal matrimonio di Giuseppe Colombo e Maria Regina Lavezzi nacquero Antonio, Piero e Mariuccia.
I gravi problemi di salute di Antonio portarono i due coniugi a frequentare l’Unitalsi e a recarsi più volte ai santuari mariani di Lourdes, Loreto e Caravaggio, lui come barelliere, lei come dama. La coppia fin dall’inizio divenne il punto di riferimento della nascente sezione di Meda; infatti nel 1941, anno di costituzione della sottosezione medese, Giuseppe detto Peppino ne divenne segretario. Di professione tranviere sulla linea Cantù—Monza, quando la linea fu chiusa iniziò a dedicarsi sia all’azienda familiare (tuttora in attività), sia all’associazione. Morì improvvisamente nel 1964 all’età di 68 anni, seguito dopo soli nove mesi dalla moglie Gina.
Il figlio Piero, classe 1932, dopo la morte dei suoi fratelli continuò l’impegno dei genitori in Unitalsi, partecipando assiduamente ai pellegrinaggi annuali, persino a quello del 1956 a Loreto tenutosi poco tempo dopo le nozze con la moglie Anna Monti. In uno di questi viaggi portò con sé la figlia Annalisa di appena quattro anni: pur di farle avere dalla Madonna la grazia della guarigione da un improvviso problema di salute, la nascose sul treno dietro a una pila di cassette d’acqua per farle passare la dogana.
Presente e attivo anche nella vita sociale di Meda, Piero investì il suo tempo libero in parrocchia come presidente dell’Azione Cattolica, nell’AVIS come volontario in ambulanza e come donatore, senza per questo tralasciare l’impegno lavorativo e la crescita dei figli. Morì prematuramente il 3 febbraio del 1997 tramandando ai suoi figli e ai tanti che lo avevano conosciuto la fede in Dio e la certezza della sua Provvidenza. A Piero si deve la creazione e la conservazione della ricca collezione fotografica messa a disposizione dalla moglie Anna. In assenza di date che consentano di stabilire una successione cronologica, il raffronto con altre immagini permette di riferirle a un arco di tempo che spazia tra la metà degli Anni Trenta e la fine degli Anni Cinquanta del secolo scorso.
di Felice Asnaghi – medinfroma.it
Pubblicato il 29 Novembre 2023