Il pellegrinaggio Nazionale è arrivato al cuore di tutti

Nel 120° anniversario di fondazione dell’associazione, volontari, ammalati, presidenti e assistenti pellegrini al Santuario dei Pirenei. Presenti le 2 sezioni siciliane Orientale e Occidentale

In un tripudio di colori e musiche, ma soprattutto di silenzio e preghiera, si è tenuto a Lourdes il pellegrinaggio annuale nazionale, dell’Unitalsi. È un anno speciale, questo, perché si festeggia il 120° dalla fondazione dell’importante istituzione, che, va ricordato, è stata eretta a norma di Diritto Canonico.

Ammalati e disabili, protagonisti principali della Pastorale della salute, che trova la sua piena estrinsecazione nel pellegrinaggio, inteso non come momento finale, ma iniziale, nel “pellegrinaggio” della vita, in senso escatologico, verso il Padre, quindi verso la Pienezza.  E, sebbene i malati non ricevano il miracolo della guarigione fisica, (limitato, questo, nei 167 anni dalle apparizioni della Madonna a santa Bernadette Soubirous, ad un esiguo numero di loro, soltanto 70, riconosciuti dalla Chiesa – anche se si parla di circa 7.500 – rispetto alle centinaia di migliaia di questi che qui si sono recati), non rimanendo, tuttavia, privi del miracolo altrettanto importante,  ovvero la guarigione spirituale,  trovano qui la ragione del loro stato e del perché, Cristo, nella sua Chiesa, permetta la sofferenza. E dai loro occhi, traspare una luce sovrannaturale che testimonia la trasformazione della sofferenza in gioia, che, contrariamente a quanto potrebbe pensare uno spettatore distratto, non va interpretata come passiva accettazione del loro stato di infermi, ma come anticipazione della gioia della risurrezione che si esplica nel raggiungimento della pace interiore e della ragione della sofferenza.

Il tema di quest’anno è mutuato dalle parole che Maria Santissima rivolse a santa Bernadette: “Che si costruisca una cappella”. E la cappella è fatta di “Pietre vive”, incarnate da tutti gli appartenenti alla nota Associazione, malati e personale, suore e sacerdoti che contribuiscono all’edificazione del Tempio di Dio, quindi alla realizzazione piena del suo Regno. “Pietre vive con pietre vive ci stringiamo a te”, sancisce una canzone, l’inno del pellegrinaggio, intonata nelle varie liturgie. E La cappella non è la chiesa in muratura ma il Corpo mistico del Cristo.
Lourdes è uno spazio, un tempo e un modo che deve proiettare i partecipanti, ammalati e personale, verso la costruzione della Cappella della loro vita; modellarsi, insomma, al Cristo, che si dona, ogni giorno, nella “Kenosis” (svuotamento, annichilimento), nell’accettazione e nella mite, sopportazione della Croce.
Durante i cinque giorni del pellegrinaggio ci sono stati dei momenti di giubilo suggellati dalle omelie dell’assistente ecclesiastico nazionale, l’arcivescovo di Fermo, mons. Rocco Pennacchio e dalla presenza del presidente nazionale, Rocco Palese. Presenti tutte le regioni di Italia con i rispettivi Presidenti e, in particolare, dalla Sicilia, le sezioni occidentale ed orientale, rappresentate dai rispettiviPresidenti e Assistenti Ecclesiastici, Loredana Picone per la Sicilia Occidentale, Gabriele Burgio per la Sicilia Orientale.  L’assistente spirituale della Sicilia occidentale è stato, in occasione del pellegrinaggio, don Giovanni Basile, mentre mons. Vincenzo Murgano, (diocesi Piazza Armerina) anche lui presente, è l’assistente ecclesiastico della sezione siciliana orientale.

 Abbiamo rivolto alcune domande a monsignor Pennacchio, a Rocco Palese. a mons. Murgano.
Eccellenza, realizzare la cappella della nostra vita. Cosa significa?
In questi giorni le letture ci hanno ricordato che il Cristiano è il tempio di Dio; la cappella della nostra vita significa innanzitutto essere comunità, sentirsi parte della Chiesa ed essere come Cristo. L’Unitalsi e le periferie delle nostre città, ha detto. Vuole spiegare? L’Unitalsi ormai da diversi anni ha promosso dei segni di solidarietà non soltanto nelle periferie povere ma in quelle bisognose di aiuto, di assistenza e accoglienza; soprattutto si è  orientata sull’accoglienza delle famiglie che devono curare i bambini piccoli.
Cosa dirà a Papa Francesco durante l’udienza che si terrà il prossimo 14 dicembre?
Dirò che questo è il Corpo di Cristo nelle sue membra più sofferenti. L’Unitalsi si sente chiesa soprattutto perché serve le membra più sofferenti del corpo di Cristo.
Presidente Palese, cosa dirà a Papa Francesco durante l’udienza?
Dirò che l’Unitalsi è una pietra viva nella Chiesa italiana e sicuramente il Papa potrà fare affidamento ancora per molti anni sui suoi volontari che danno e daranno il loro contributo di vita associativa per i poveri, per i sofferenti e per gli anziani.
Cosa ha caratterizzato questo pellegrinaggio del 120° della fondazione dell’Unitalsi?
La straordinaria partecipazione davvero intensa, soprattutto dei pellegrini, nei quali ho notato un’attenzione particolare, una partecipazione forte, anche silenziosa. Questo significa che siamo arrivati davvero al cuore di tutti.
Mons. Murgano, cosa vuol dire per il personale, partecipare ai pellegrinaggi?
Il personale partecipa al pellegrinaggio per rispondere ad una chiamata del Signore a servirlo nei fratelli sofferenti e, nello stesso tempo, vive un’esperienza comunitaria sperimentando la materna intercessione di Maria.
L’Associazione, si prepara al prossimo importante appuntamento, ovvero l’udienza con Papa Francesco, il prossimo 14 dicembre. L’annuncio è stato dato, appunto, durante il pellegrinaggio.

Mario Antonio Pagaria – settegiorni.net


Pubblicato il 20 Ottobre 2023