Il racconto di una storia speciale ai piedi della Grotta nel viaggio dell’affidamento alla Vergine Maria della sezione calabrese
La voglia di tornare a Lourdes, dopo due anni di assenza a seguito della pandemia, era davvero incontenibile. E finalmente il desiderio di soffermarsi lì, nella grotta di Massabielle, in quella atmosfera tra sogno e realtà, si è pienamente realizzato.
L’area sacra della cittadina ai piedi dei Pirenei era gremita di pellegrini come prima del 2020 e si respirava l’atmosfera di sempre, quella sorprendente che continua a stupire anche se quel luogo si visita da tempo. Un tempo che non mostra di avere memoria. (foto a sinistra Rita Cosoleto)
E’ stato il pellegrinaggio nazionale del ritorno alla normalità quello che si è da poco concluso a Lourdes, svoltosi dal 26 settembre al 2 ottobre scorsi, che ha avuto come tema pastorale “Andate a dire ai sacerdoti”.
Tema pastorale 2022
Una missione per l’Unitalsi, un invito rivolto dalla Vergine di Lourdes a Bernadette durante una delle prime apparizioni avvenute nel 1858 e che prosegue così “…che si costruisca una cappella e si venga qui in processione”. E l’Unitalsi ha fatto proprio questo appello, l’ha incarnato e reso possibile ancora una volta dopo centodiciannove anni.
“Sentiamo questo invito della Vergine come rivolto anche a noi, sentiamo che l’Unitalsi deve vivere con maggior forza e disponibilità questa sollecitazione ad “andare” verso la Chiesa e i suoi Pastori per approfondire il senso e la verità del nostro essere associazione ecclesiale e condividere e seguire il cammino sinodale delle chiese diocesane”, si legge testuale sul sito ufficiale dell’Unitalsi.
Per tale motivo, al termine della Santa Messa conclusiva del pellegrinaggio nazionale 2022, è stata consegnata l’incisione del 1869 raffigurante l’apparizione di Maria a Bernardette a tutti i presidenti di sezione affinché ne facciano a loro volta dono a tutti gli arcivescovi e vescovi d’Italia.
Il pellegrinaggio nazionale a Lourdes e le sue tappe
Associazione ecclesiale composta da laici, l’Unitalsi ha organizzato il pellegrinaggio nazionale seguendo lo stile che la contraddistingue da sempre: la condivisione e il servizio.
Ed è con questo spirito che a Lourdes si è svolto l’incontro tanto atteso, con la Vergine nella grotta di Massabielle, luogo dove, l’undici febbraio 1858, la Madonna apparve alla giovinetta Bernadette e dove la bellezza dei luoghi stupisce oltre ogni misura.
Il pellegrinaggio, con le sue consuete tappe, è cominciato con la messa di apertura nella chiesa di Santa Bernadette ed è proseguito, nel pomeriggio, con la visita dei luoghi della santa mistica francese, la sua casa natale presso il mulino; il cachot (una vecchia prigione dove Bernadette ha abitato dopo essere stata allontanata con la sua famiglia dalla sua prima abitazione); il museo dove si sono ripercorsi i momenti principali delle apparizioni.
La prima giornata si è conclusa con la visita alla grotta con il Rosario delle 18:00 e con la processione mariana aux flambeaux, lungo l’Esplanade, (che neanche la pioggia incessante è riuscita a fermare), accompagnata con il canto del tenore Piero Mazzocchetti. (photo in basso Pino Curtale)
Il giorno successivo si è svolta la Via Crucis sulle orme di Cristo, percorso in cui alcune figure di sacerdoti, che hanno lasciato il segno nei tempi, sono state ricordate in ognuna delle quattordici stazioni, tra gli altri don Lorenzo Milani, don Pino Puglisi, don Tonino Bello, San Massimiliano Kolbe e i beati martiri trappisti di Tibhirine.
Altre tappe fondamentali del pellegrinaggio nazionale sono state la processione eucaristica, celebrata nella Basilica del Pio X, il “gesto dell’acqua” che, per ragioni sanitarie, ha sostituito il bagno alle piscine, un cammino spirituale che consiste nel bere l’acqua di Lourdes e lavarsi il viso nel luogo simbolico delle piscine, carico di storia, di preghiera e di grazia e il rosario alla Grotta. Ancora due momenti particolari hanno caratterizzato il pellegrinaggio nazionale dell’Unitalsi, conclusosi di recente, il racconto live di due persone miracolate a Lourdes e la festa di accoglienza di dame e barellieri del I° anno. (photo di Pino Curtale)
Due storie di miracoli accertati
La testimonianza di Vittorio Micheli e di Delizia Cirolli, guariti inspiegabilmente dopo essere stati a Lourdes, ha suscitato molta emozione ed anche tante domande. L’incontro nella chiesa di Santa Bernadette è stato coordinato dal dottor Alessandro De Franciscis, presidente del Bureau des Constatations Médicales di Lourdes, che ha descritto l’iter, molto laborioso, messo in atto prima di affermare che si tratti di un miracolo.
Anzi, il termine esatto, per la scienza, è “guarigione inspiegabile”. Di fronte ad un miracolo, la domanda più ricorrente è perché, in più di centosessanta anni dalla prima apparizione, le guarigioni accertate siano state davvero esigue, ufficialmente circa settanta su un dossier di circa settemila guarigioni reclamate come miracolose? Perché una persona ha ottenuto il miracolo ed un’altra no? E’ una questione di merito, di avere molta fede, di pregare di più?
Niente di tutto questo, ferma restando l’insindacabilità del mistero di Dio, il vero miracolo a Lourdes è che non si torna mai da quel luogo sacro ed incantevole come si è partiti. Magari non si assiste alla guarigione, nel senso fisico del termine, ma si condivide e si vive la guarigione del cuore, che trova, finalmente, la sua pace e la sua serenità. I sorrisi e la gioia che si scorgono a Lourdes, da parte soprattutto delle persone con difficoltà psicofisiche, irradiano una luce particolare e coinvolgono tutti, nessuno escluso. Ciò che si può affermare con fermezza e convinzione è che il vero miracolo sia Lourdes!
La festa di accoglienza: il ricordo di Amelia Mazzitelli
Un altro momento speciale è stata la festa di accoglienza di dame e barellieri al loro primo pellegrinaggio, entrati a far parte della grande famiglia unitalsiana “per riconoscere negli altri la meraviglia del regno di Dio, per essere vangelo vissuto sotto lo sguardo benevolo della Vergine di Lourdes”.
Durante la cerimonia, nell’Accueil Notre Dame, guidata da don Giovanni Battista Tillieci, assistente spirituale di Palmi, il presidente della sezione calabrese, Kiko Trapani Lombardo, (nella foto), ha ricordato Amelia Mazzitelli, la compianta e tanto amata vicepresidente nazionale dell’Unitalsi, sottolineando, più volte, che Amelia è la sezione calabrese.
Dame e barellieri, ma anche medici e sacerdoti, sono diventati unitalsiani a tutti gli effetti, dopo aver sentito ed accolto la chiamata ad “essere servizio” per chi è in difficoltà e non semplicemente a “fare il servizio”. Giorni di grazia quelli vissuti a Lourdes con l’Unitalsi, e neanche la pioggia e il freddo hanno ostacolato il diffondersi dello spirito di pace e di lieto annuncio che si respirava stando lì con Lei e con gli amici in difficoltà. (photo in basso Pino Curtale)
Atto di affidamento con l’icona della Madonna della Consolazione
Un avvenimento particolare ha legato la città dello Stretto con la cittadina di Lourdes. Durante la celebrazione eucaristica nella Basilica di Santa Bernadette, l’Unitalsi calabrese è stata rappresentata dall’icona della Madonna della Consolazione nell’atto di affidamento con le immagini di Maria Santissima. Un po’ di Reggio ai piedi dei Pirenei per un momento di grande gioia vissuto, in particolare, dalla sottosezione reggina dell’Unitalsi, guidata dalla nuova presidente Maria Teresa Arcadi e dall’assistente spirituale e parroco di SS. Salvatore, don Antonio Bacciarelli.
Cosa significa essere unitalsiano
Chi torna da Lourdes spesso non riesce a trasmettere pienamente agli altri ciò che ha vissuto. Per rendere più o meno l’idea, si riportano, qui di seguito, le parole di Luciano Crescente, barelliere della sottosezione di Corigliano-Rossano, che descrivono, col cuore, il sentire comune di appartenenza all’Unitalsi.
“Tra chi era ormai pronto – stanco, molto stanco, ma con un carico pesante di gioia – per cominciare il viaggio di ritorno in #trenobianco e chi, in attesa di rientrare in aereo, era nella Basilica del Rosario per la Santa Messa. Storie di partenze, di bagagli pronti per essere caricati, di notti trascorse a prendersi cura di qualcuno, a volte di persone conosciute da poco, di carrozzine spinte sotto la pioggia, di istanti rubati per donarsi qualche minuto sotto la Grotta.
E poi? E poi la gioia di essere tornati, la malinconia nel ripartire, la fiamma di una candela accesa. Molte speranze, richieste, ringraziamenti. Pensare a chi non c’è più, a chi c’era nel viaggio precedente, a quanta inutile rabbia carichiamo su noi stessi e sugli altri. Serve la dimensione dell’essenziale. Serve dare un senso a se stessi ed agli altri. Serve credere. Allontanarsi dai propri egoismi. Riconoscere che oltre i nostri – spesso assurdi – desiderata ci sono bisogni vitali ed urgenti, ai quali spesso basta poco per essere assecondati.
A Lourdes accade tutto questo. Un luogo in cui si fa scavo interiore, si alzano pellicole, ci si libera dal superfluo ingombrante. E vivere il miracolo di Lourdes con Unitalsi permette di percepire la dimensione originaria di questo luogo, quella forse più vicina alla volontà dell’Immacolata Concezione e di Bernadette: quella della malattia e della difficoltà, del prendersi cura e del servizio.
Grazie Lourdes, luogo di Grazia. Grazie Bernadette, maestra infinita di umiltà. Grazie amiche ed amici con disabilità, amiche ed amici con mali visibili o interiori, con difficoltà spesso nascoste. Maestri di vita ed autenticità come pochi, pochissimi.
Grazie a chi, ancora, rende possibile tutto questo, che a pensarci sembra impossibile e che molti ci considerano pazzi. I giorni più belli dell’anno. Sì. I più belli. A presto. Torneremo presto. Ancora insieme”. (Foto di Pino Curtale)
ReggioToday di Roberta Pino, Sezione Calabrese
Pubblicato il 7 Ottobre 2022